Si erano conosciuti in un bar, un paio di cocktail, qualche battuta, poi se ne erano appartati insieme nella camera di un albergo. Quando, però, lui ha scoperto che lei era in realtà un transessuale è andato su tutte le furie. E la situazione è subito precipitata in tragedia.
(Continua a leggere dopo al foto)

Un tribunale filippino ha infatti condannato a dodici anni di reclusione il marine statunitense Joseph Scott Pemberton per la morte di Jennifer Laude, filippina in precedenza nota col nome di Jeffrey. Stando alle ricostruzioni, l’uomo l’avrebbe strangolata in un hotel dopo aver scoperto la sua vera identità sessuale. La sentenza è arrivata un anno dopo la drammatica serata.
“Pemberton era così arrabbiato che durante l’accesa discussione ha immobilizzato Laude, l’ha trascinata in bagno e le ha immerso la testa nella tazza del bagno”, ha detto la corte durante la sentenza di condanna. Lui si è difeso sostenendo di aver lasciato la stanza quando il transessuale era ancora in vita, ma non è stato creduto. Il marine dovrà ora anche risarcire la famiglia della vittima. La morte di Laude ha causato le proteste davanti l’ambasciata statunitense a Manila per chiedere giustizia e condannare la presenza militare americana nel Paese.