In questi giorni, i fatti di Parigi hanno preso il sopravvento della cronaca geopolitica internazionale, ma non dobbiamo dimenticare quello che sta succedendo nel resto del mondo. Dettati probabilmente da un dolore tangibile, così vicino, in una nazione che noi consideriamo cugina, molti di noi hanno focalizzato l’interesse al Bataclan piuttosto che Beirut. Ma non è giusto. Non tutti sanno, infatti, che lo scorso giovedì almeno 41 persone sono state uccise e 200 sono rimaste ferite dopo che due kamikaze hanno azionato i loro esplosivi in una strada molto affollata della capitale libanese. Il bilancio dell’attentato avrebbe potuto essere ancora più alto se non fosse stato per l’intervento di un uomo che ha sacrificato la sua vita per salvarne centinaia. Questa è la storia di Adel Termos, un uomo che camminava con la figlia quando ha sentito la prima esplosione: la carneficina era cominciata.
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Quando ha notato un secondo attentatore pronto a farsi esplodere, in una frazione di secondo ha preso la decisione di attaccarlo. Adel è morto, ma il suo intervento ha salvato centinaia di vite. Anche quella di sua figlia, una bambina inizialmente data per morta durante l’attentato. Elie Fares, un medico di Beirut ha dichiarato che “molte famiglie, centinaia di famiglie probabilmente devono la loro sopravvivenza al suo sacrificio”.
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Il primo ministro libanese Tammam Salam ha condannato gli attacchi come “ingiustificabili” e ha invitato i suoi cittadini a unirsi contro “i piani per creare discordia”. Il bombardamento è il più letale nella capitale dopo la fine della guerra civile del Libano nel 1990.
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E’ importante raccontare queste storie, non di certo per mancare di rispetto al popolo francese e neanche per canalizzare l’attenzione su altro. E’ giusto che si racconti degli eroi francesi come degli eroi libanesi, perché c’è bisogno, in questo periodo così travagliato e confuso, di sapere che il mondo è pieno di persone come Adel.
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