Una storia terribile per quanto macabra, quella che ci arriva dalla Corea del Sud raccontata dal sito americano BuzzFeed. Un uomo avrebbe finto di essere la sua fidanzata per ben due settimane, dopo avere uccisa la ragazza che voleva lasciarlo. Secondo le ricostruzioni, il 24enne sudcoreano, di cui è stato diffuso solo il cognome, Lee, avrebbe studiato accuratamente il suo piano, a partire dall’imitazione dei messaggi su Whatsapp e su Facebook della vittima, Sunny Kim, 26 anni.
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Il suo obiettivo era ingannare amici e parenti, in particolare la sorella della sua defunta fidanzata, coi quali era solito scambiarsi messaggi. “Ero davvero convinta che stessi parlando con mia sorella” ha raccontato la sorella di Sunny. La 26enne avrebbe dovuto iniziare un nuovo lavoro nei giorni precedenti in cui fu uccisa. Ma più tardi, quello stesso giorno, il datore di lavoro ha ricevuto un messaggio in cui la giovane declinava l’offerta. In realtà a scrivere era Lee. “Mi spiace, ma ho deciso di tornare negli Stati Uniti per studiare” recitava l’sms.
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Da quando aveva 14 anni di età, Sunny aveva studiato all’estero, tra la Virginia e New York. Aveva molti amici negli States, con i quali aveva mantenuti i contatti tramite Facebook quando tornò in Corea del Sud per lavorare come professoressa di economia, secondo BuzzFeed News. E’ stato in quel periodo che ha conosciuto Lee. Il loro rapporto però non è mai stato rose e fiori. “La picchiava, me lo aveva detto lei stessa” racconta la sorella della vittima. Qualche giorno fa, un uomo con i polsi tagliati e sanguinanti è entrato negli uffici della polizia di Busan: “Ho ucciso la mia ragazza e seppellito il corpo. Ho anche cercato di uccidermi”.
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Due giorni dopo, il cadavere di Sunny è stato trovato in una valigia sepolta sotto del cemento sulle colline vicino a casa sua. La polizia ha detto che il suo corpo era stato “gravemente deturpato”. La madre di Kim, intervistata da BuzzFeed, ha voluto dire qualcosa all’uomo che ha ucciso la figlia: “Io non ti perdonerò mai. Non meriti neanche di essere giudicato dalla legge. Non sei nemmeno un essere umano. Lei mi aveva detto che finalmente aveva ottenuto un bel lavoro in Corea, e tutti non vedevano l’ora di vederla. Ma non avrei mai immaginato che avrei rivisto il suo corpo così”.
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