La storia di Suzy Favor Hamilton, ex famosa mezzofondista americana, 3 Olimpiadi alle spalle, 7 titoli nazionali vinti e una carriera da escort da 600 dollari l’ora. Quando la stampa americana parlò di questa sua “metamorfosi” lei pensò addiruttura al suicidio. Da allora tanto è cambiato nella quotidianità della 46enne che dopo aver passato un lungo periodo buio, tra depressione e sofferenze, afferma di essere guarita e per questo ha deciso di raccontare la sua storia nel libro “Fast girl, A Life spent Running From madness” (La ragazza veloce, una vita spesa a sfuggire dalla follia).
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Sposata e con una figlia, la ex olimpionica confessa di aver sofferto a lungo di un disturbo bipolare che ha compromesso la sua stabilità emotiva. Solo il sesso – rivela – riusciva a farla stare bene: “Anche durante le Olimpiadi di Sydney mi prostituivo. Cercavo di giocare sempre di più con il fuoco e presto sono diventata la prostituta più pagata di Las Vegas”. Ma adesso rinnega la sua vita passata: “Ero completamente dipendente dal sesso. La mia volontà di essere la migliore in pista è stata sostituita presto dal mio desiderio di essere la migliore a letto. Il mio bipolarismo mi avrebbe potuto far cadere nell’alcol, nella droga o farmi diventare dipendente dai farmaci. Invece è stato il sesso a sconvolgermi. Era ciò che mi dava più energia”.
Spazio anche a racconti piccanti nel suo libro. Un episodio in particolare, spiega, l’ha spinta a diventare una escort. Il giorno del ventesimo anniversario di matrimonio propone al marito con il quale gestisce un’agenzia di intermediazione immobiliare nel Wisconsin, un rapporto a tre con una escort: “Presentai a mio marito Marco questa fantasia. Dovevamo farlo con discrezione e senza prenderci troppi rischi. Lo sapevo che era un’idea folle e mio marito mi ha più volte chiesto se avessi perso la testa”. L’esperienza fu per lei fantastica tanto che lei stessa decide di diventare una escort: “Non ero più Suzy Hamilton, la mezzofondista olimpica. Ero una donna che aveva portato le sue fantasie nella vita reale e anche se queste non erano cose da ragazze perbene, io mi sentivo maledettamente felice”.
Nel 2012, con le rivelazioni sulla sua doppia vita, la Hamilton finisce su tutti i giornali e cade in un periodo particolarmente buio: “L’unica a cui potevo dare la colpa era me stessa. Ognuno fa errori, ma io ne avevo fatto uno davvero grosso”. Più tardi arrivano le cure mediche e la redenzione: “Ho riflettuto e ho capito che i miei errori erano gravi, ma ormai erano stati fatti. Rialzati, mi son detta, e sii orgogliosa di chi sei ora. L’esistenza è troppo breve per vivere nella vergogna”.
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