Si chiama Lea T. Cerezo, oggi è una modella famosa e giramondo e hippy, ha 34 anni e solo qualche anno fa si chiamava Leandro. Ragazzo inquieto e sensibile, figlio maschio dell’ex calciatore di Roma e Sampdoria Toninho Cerezo, ha raccontato al Corriere.it la sua vita.
‘’Solo se ci passi comprendi. È meraviglioso e liberatorio: è il pianto dell’estrogeno ed è quello che mi ha fatto capire che finalmente ero quella che dovevo essere. Non rinnegherei mai il mio passato, per me e per chi ha sofferto con me: sono una transessuale. Ero un ragazzo e ora sono una donna. E ho sempre scelto di non nascondermi e di essere sincera e di raccontarmi perché il mondo comprenda’’.
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Alta, magra e bella, Lea ha intrapreso il percorso molti anni fa e nel marzo del 2012 è diventata una donna. Si è operata in Thailandia e la notizia era stata data dal maggior quotidiano brasiliano, la Folha de S.Paulo.
L’operazione, avvenuta in uno degli ospedali a cinque stelle della capitale thailandese, era già stata programmata almeno tre volte, secondo quanto affermava il quotidiano, ma era sempre stata rinviata a causa dell’anemia cronica della top model. Lea T è diventata famosa come top della casa Givenchy, diretta da Riccardo Tisci, suo scopritore e pigmalione, ed è attualmente tra le venti modelle più pagate e richieste al mondo. A contribuire alla sua fama hanno contribuito un’intervista polemica all’Oprah Winfrey Show in America e un servizio in cui è apparsa nuda su Vogue francese. Toninho Cerezo, dopo aver rifiutato a lungo la scelta, ha finito per accettarla e adesso vive in buoni rapporti con il suo Leandro, diventato Lea T.
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‘’Non ho mai voluto maschere. – ha detto la modella al Corriere.it – Chiedevo solo a Dio perché mi avesse fatta così, imperfetta, quando la natura è sempre così perfetta. Ho trovato la risposta: perché proprio Lui mi ha dato la forza per superare tutto. Mio padre me lo ha sempre detto’’.
Ora vive in una comunità di new hippy, Alto Paraiso, sulle montagne del Brasile, sul meridiano del Machu Picchu, attorno più di 200 cascate e sotto un cristallo di rocce lungo trenta chilometri: ‘’È un posto legato all’energia e ci sono arrivata con i miei studi esoterici ed antropologici. Ci vivono anche alcuni seguaci di Osho e molti indigeni e sciamani. Quando sono arrivata mi guardavano come un’aliena, e forse un po’ lo sono, mi sono raccontata e mi hanno accettata’’.
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‘’Io vivo in un paese dove ogni giorno uno o due trans vengono uccise. O ci stuprano o ci bullizzano e non ci danno un lavoro. Ma non dobbiamo demoralizzarci e dobbiamo andare avanti’’. Perché però continuare a vendere il proprio corpo? ‘’Bella domanda. – si legge ancora nell’articolo a firma di Paola Pollo – È che non hai scelta. Poche lo fanno per piacere. È difficile trovare un lavoro, chi te lo dà? Le cure sono costose. La società ti dice che non hai speranze, così vai per strada. Ed è durissima. Ho tante amiche che lo fanno e quando mi chiamano piangono. E non so cosa dir loro e penso che a me tutto è andato bene e a loro no, eppure molte sono migliori. L’approccio delle persone con noi è così. Poi ti ritrovi a 40 anni che hai fatto solo la vita e non l’università o il liceo’’.
“Mamma, papà, voglio cambiare sesso”. A 11 anni è già transgender. Un caso limite?