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“Mi ha violentata due volte”. Confessione choc della nota attrice: dopo 40 anni di silenzio lancia l’attacco a uno dei più importanti registi di sempre. “Fino a poco tempo fa me ne vergognavo, ora basta”. E poi svela cosa le offrì lui per scusarsi (da brividi)

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Ancora guai giudiziari per l’84enne Roman Polanski, regista premio Oscar trascinato in tribunale dall’attrice tedesca Renate Langer. Il motivo? Un presunto abuso sessuale andato in scena negli anni ’70. Oggi 61enne, la Langer ha deciso di denunciare Polanski dopo oltre 40 anni di silenzi. Secondo quanto riportato dal New York Times, l’attrice ha confessato di aver incontrato il regista nel 1972, a Monaco, in Germania, in un’agenzia di moda. Renate aveva appena 15 anni e non disse nulla ai propri genitori per paura di dar loro un autentico choc. “Mia madre avrebbe avuto un attacco di cuore. Mi sentivo a disagio, persa e sola”. Per scusarsi con lei per quanto avvenuto, Polanski le offrì un ruolo nel film “Che?”, girato nella Capitale. Ed è proprio qui che Roman, accusa la Langer, l’avrebbe una seconda volta violentata. Solo pochi anni dopo, come dimenticarlo, Polanski venne accusato di stupro dalla 13enne Samantha Geimer, violentata nel 1977 a casa di Jack Nicholson. Il regista si dichiarò colpevole, finì prima in galera e poi fuggì dagli Stati Uniti d’America per evitare la condanna, senza farci mai più ritorno. (Continua a leggere dopo la foto)


Neanche per ritirare l’Oscar alla regia vinto con “Il Pianista”. Presente nei giorni scorsi al Film Festival di Zurigo, il regista è così tornato sull’argomento. “Come sapete Samantha Geimer ha chiesto per trent’anni che questa storia finisse, ma mi dispiace dire che i giudici che hanno affrontato questo processo negli ultimi quarant’anni fossero corrotti, e l’uno copriva l’altro. Forse ora uno di questi, prima o poi, smetterà di farlo. Per quanto riguarda ciò che ho fatto: la storia è chiusa”. (Continua a leggere dopo le foto)

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E poi ha concluso: “Mi sono dichiarato colpevole. Sono finito in prigione. Sono tornato negli Stati Uniti per farmela, la gente questo se lo dimentica, o forse non lo sa nemmeno”. Insomma, indipendentemente da come andrà a finire il processo, i precedenti di Polanski non possono passare inosservati e questa è un’altra, l’ennesima, brutta macchia sulla vita del regista.

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