Il corpicino di Yousef è chiuso da un mese in una cella frigorifera dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. É in attesa che la mamma trovi i soldi per dargli una degna sepoltura. Una storia triste, dove gioca un ruolo crudele anche la burocrazia, che inizia con un incidente stradale, di cui è vittima una donna marocchina di 29 anni che vive nel bresciano. É incinta e il giorno dopo ha le contrazioni, va al pronto soccorso ma la tranquillizzano e la rimandano a casa. Il giorno successivo però arriva il parto prematuro e il bambino, portato d’urgenza in condizioni disperate a Bergamo, non sopravvive. (continua dopo la foto)
È passato un mese ed è ancora all’obitorio. C’è il nullaosta alla sepoltura, ma servono 750 euro e la donna, che ha perso il lavoro, non li ha. “Ho chiesto aiuto al Comune di Cologna [dove vive ndr] e mi hanno detto che più di 250 euro non potevano darmi, ma io non riesco ad arrivare a fine mese” ha raccontato all’Eco di Bergamo. A bloccare il contributo sono gli inflessibili parametri Isee. Intanto però è partita una colletta, anche online, e dove non arrivano le istituzioni arriverà il buon cuore dei cittadini.