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La storia di Jack, morto a sei anni perché i medici… Quando leggerete che cosa gli è successo rimarrete scioccati (e vi arrabbierete parecchio)

  • Storie

 

Un errore fatale. Uno scambio di persona che è costato la vita a Jack Adcock, un bambino di sei anni affetti dalla sindrome di down e problemi cardiaci morto per colpa dei lapsus di una dottoressa e di un’infermiera che hanno confuso il suo caso con quello di un altra persona.

Jack era stato portato in ospedale, al Leicester Royal Infirmary, perché accusava vomito e diarrea: poco dopo è stato colpito da setticemia e ha subìto un arresto cardiaco. Purtroppo per lui, Hadiza Bawa-Garba, la dottoressa che avrebbe dovuto salvarlo, non ha capito che il piccolo aveva avuto uno choc settico. E, come se non bastasse, quando lo ha visto collassare ha momentaneamente interrotto il trattamento di rianimazione cardio-polmonare.

Credeva, infatti, che per il bimbo ci fosse un ordine scritto di “do not resuscitate”: una disposizione legale in cui il paziente (o chi ne fa le veci) indica di non voler essere sottoposto a rianimazione qualora non respiri più o il suo cuore cessi di battere. La dottoressa, per un tragico lapsus, aveva confuso Jack con un altro paziente che aveva trattato in precedenza nel corso della giornata. Tutto questo accadeva nel febbraio 2011 ma la storia non si chiude qui, sono state mosse azioni legali che dovranno accertare responsabilità ed entità del risarcimento. «Quando abbiamo lasciato l’ospedale – ha detto – ho visto la dottoressa che singhiozzava disperata per quello che era successo, dicendo quanto fosse dispiaciuta per la morte di Jack. L’ho vista in quelle condizioni e mi è dispiaciuto per lei: l’ho ringraziata comunque per aver fatto tutto il possibile. Oggi la gratitudine che ho espresso quel giorno mi fa stare male. Ora vorrei strapparle la testa, perché la verità è che non era stato fatto tutto quello che c’era da fare. Se non fosse stato per loro, mio figlio oggi sarebbe ancora con noi».


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