Un errore potrebbe essere fatale all’assassino di Fortuna Loffredo. Un passo falso che potrebbe rappresentare una svolta nelle indagini sulla morte e sugli abusi sessuali ripetuti subiti della piccola. La bambina è stata trovata agonizzante sul selciato del lato nord dell’isolato 3 delle palazzine popolari Iacp, Parco Verde di Caivano il 24 giugno dello scorso anno. Ma da quell’edificio era precipitato Antonio Giglio (fratellino dell’amica del cuore di Fortuna Loffredo) morto sul colpo. La svolta potrebbe riguardare due aspetti: il primo riguarda una nuova analisi della ricostruzione di tempi e circostanze del ritrovamento della bambina. Si tratta di elementi riferiti spontaneamente da alcuni testimoni che erano andati ad aggiungersi a quelli contenuti nelle dichiarazioni dei primi sospettati, verbalizzate nei giorni successivi al delitto. L’esame dei verbali ha evidenziato diverse e gravi incongruenze, che inducono gli inquirenti ad avere una certezza: alcune di queste persone potrebbero aver mentito per coprire in particolare un uomo che ha avuto un ruolo di primo piano in quei frenetici e tragici minuti successivi alla scoperta della povera bambina agonizzante. Sostanzialmente si è ristretto il cerchio sui sospettati: l’autore del delitto e chi ha cercato di coprirlo.
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Il secondo aspetto riguarda le modalità con cui la piccola è stata soccorsa. L’attenzione degli investigatori si è soffermata sul tempo intercorso dal momento in cui è stata caricata in un’automobile (senza aspettare che arrivasse la mamma) a quando la bambina è arrivata all’ospedale di Frattamaggiore. Una perizia ha calcolato che da Caivano ci vogliono tra i dodici e i venti minuti: e su cosa sia accaduto in questo lasso di tempo, mentre la bambina agonizzante era in macchina con chi l’aveva soccorsa, ora gli investigatori hanno le idee più chiare. Nelle prime fasi dell’inchiesta le persone coinvolte nel giro di pedofilia avrebbero fornito elementi per mettere in cattiva luce la bambina. Su quale possa essere stato l’errore gli inquirenti si trincerano dietro un impenetrabile muro di silenzio.