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L’orribile destino della piccola Hiba: attende felice il ritorno del papà. E lui la decapita

  • Storie

 

Morire in un modo oltre l’immaginabile crudeltà. A 7 anni e per giunta per mano del padre. Martedì per Hiba, nata a Rabat il 16 settembre 2008, era stata una giornata speciale: gita al parco di San Floriano organizzata dalla scuola Marco d’Aviano di via Noncello, dove frequentava la prima elementare. La madre le aveva preparato il pranzo al sacco ed era felice, come raccontano le altre mamme, perché era riuscita a riempire lo zainetto con gli snack di cui Hiba era ghiotta. Sorridente come sempre, prima che arrivasse l’orrore. Perché il padre della piccola ha ucciso la moglie e la piccola Hiba con un’accetta, poi ha chiamato la polizia e si è fatto arrestare. Il fatto è accaduto attorno alle 3 della notte di martedì in un’abitazione di via San Vito a Pordenone.

La famiglia protagonista della tragedia è composta da persone originarie del Marocco. La donna, secondo le prime notizie, aveva 30 anni. L’uomo, immigrato regolare, era al momento disoccupato. L’assassino si chiama Abdelhadi Lahmar, di 40 anni, e vive in Italia da anni. Incensurato, l’uomo ha svolto numerosi lavori molti dei quali saltuari; attualmente è disoccupato. Lahmar è stato di recente nel proprio Paese per un viaggio. La moglie si chiamava Touria Errebaibi, di 30 anni, e oltre a occuparsi della famiglia in passato ha lavorato come cameriera in alcuni ristoranti del centro. Ma i contorni della storia lasciano il cuore spezzato.

(continua dopo la foto)


Hiba in questi giorni era felice per il ritorno del papà. Anche a scuola, dove ieri pomeriggio la mamma era attesa per un colloquio (fissato alle 15.40), ricordano la felicità della bambina. “Posso solo dire della gioia immensa della bambina per il ritorno del padre. Nulla più”, mormora una maestra. Perchè a scuola tutti ricordano come Hiba, sempre sorridente, fosse dispiaciuta per la lontananza del padre. Con la mamma era andata in Marocco a fargli visita. “Il papà torna quando starà meglio”, aveva riferito in classe quando era rientrata a Pordenone.

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