Lui si chiama Cristiano Pianusi e viene da Padova, l’altro Horace Bowie ed è americano. Si sono sposati in Canada e ora sono genitori di Luca e Matthew, 3 anni e mezzo. La coppia ha raccontato la loro storia allo Stragatto di Ravenna divisa tra asilo nido, delirio dei ”terrible two”, conciliazione famiglia-lavoro, uscite serali impossibili e tutte le altre cose normali che appartengono a un normalissimo nucleo familiare. Ci sono voluti tre anni per riuscire a portarsi a casa i due gemelli, nati prematuri da una madre con gravi problemi, tre anni dal momento in cui è arrivata la fatidica telefonata che annunciava la possibilità di diventare papà di quei due bimbi: ”Non avevamo nemmeno le carrozzine, tutto è successo dalla sera alla mattina – spiega Cristiano – . Per fortuna una nostra amica si è occupata di racimolare in fretta e furia tutto quello che ci serviva”.
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Qui in Italia, dove tornano spesso per le vacanze e per visitare i parenti, non ci vanno leggeri e gli sguardi non mancano: ”C’è tanta curiosità – continua -, forse nemmeno tutti capiscono che i bambini sono i figli miei e di Horace. Ma se devo dire la verità, di negatività non ne percepiamo”. Tantomeno a Miami, dove vivono: ”Non abbiamo amici omosessuali con figli ma quando si va al parco con i bambini, di famiglie omogenitoriali se ne vedono eccome. Lì è tutto più normale. Facciamo la vita che fanno tutti. Io sono direttore commerciale di un’azienda italiana che ha una filiale anche in Texas, Horace è una figura a metà tra il legale e l’assistente sociale. Lavoriamo entrambi da casa. I bambini sono stati con noi per i primi due anni: una gestione non semplice. Poi abbiamo deciso di mandarli al nido”.
Certo il confronto Italia Stati Uniti è pesante, e Cristiano se ne è reso conto quando si è rivolto al consolato per chiedere la cittadinanza italiana per Luca e Matthew: ”Niente da fare. Noi per la legge del mio Paese non esistiamo. Ci sono rimasto malissimo”, ma se vivesse qui è certo: ”Non avrei esitato ad andare dritto per la mia strada. Per diventare comunque papà”.
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