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Immagini horror? Questi bambini non sono vivi

  • Storie

 

In epoca vittoriana era un modo in cui ricordare i propri cari defunti. La fotografia post-mortem diventò assai frequente a causa delle numerose morti infantili e per ricordare il morto con un suo ritratto veritiero.

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I cadaveri venivano ritratti come fossero ancora vivi, in pose e azioni che ricordavano quelle di una persona ancora in vita. Gli occhi venivano aperti o dipinti per far sembrare il morto ancora in vita, e le scene comprendevano spessissimo persone vive accanto ai morti, per rendere più realistica la fotografia. Le fasi della fotografia post-mortem furono diverse. Dapprima i defunti venivano fotografati nella bara, poi si cominciò a immortalarli in scene di vita quotidiana, e verso la fine di questa pratica si cominciò a metterli su un divano in posizione dormiente.

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Come ricorda Vanillamagazine, artisti come Picasso, Monet e Gauguin ritrassero a loro volta persone care a se stessi o ai propri amici dopo la morte, e la pratica delle fotografie e ritratti post-mortem andò avanti fino agli anni ’40 del ‘900, prima del secondo conflitto mondiale.

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