È tra quei processi che con facilità catalizzano l’attenzione di media e opinione pubblica. Una “facilità” da ricercare nella enormità dei fatti di cui deve rispondere la 51enne Dominique Cottrez, alla sbarra per aver ucciso alla nascita otto dei suoi figli. Un fatto che il quotidiano Le Parisien ha definito, senza troppa enfasi, “il più grave infanticidio della storia di Francia”. Ma è un fatto di cronaca che “attira” anche per le motivazioni addotte dalla pluriomicida.
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Lei ha già riconosciuto tutto, e ora rischia l’ergastolo. Agli inquirenti ha spiegato di aver soffocato gli otto neonati per il timore che fossero figli avuti da una relazione incestuosa con suo padre. Il caso aveva sconvolto la Francia nel 2010, quando furono ritrovati i cadaveri attorno alla casa in cui aveva abitato la famiglia di Dominique, a Villers-au-Tertre. Tra le sue dichirazioni, Dominique ha riferito di aver tenuto nascoste le gravidanze a tutti – finanche a marito e medici – sfruttando il fatto di essere obesa.
Ma la sua è una storia umanamente terribile: Dominique ha detto di essere stata violentata dal padre la prima volta quando aveva 8 anni, e poi ripetutamente durante l’infanzia e l’adolescenza. Anni di abusi e violenze, che l’avrebbero portata in età adulta a rimanere in una lunga relazione incestuosa con il padre, portata avanti anche dopo il matrimonio. Una relazione, secondo la donna, che era addirittura diventata consensuale. Al punto di affermare di amare più il padre che il marito.
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