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È morta: pesava 19 kg a 33 anni. Costretta a vivere così. Chiusa in cantina per anni, lasciata al freddo e costretta a vivere tra i suoi escrementi. Un altro caso Josef Fritzl scuote le coscienze e interroga la mente. I racconti raccapriccianti di una vita di sofferenza

 

Per anni hanno tenuto nascoso il segreto. Mai un parola, neppure con i parenti. Di quella figlia, avuta in giovane età, non si era saputo più niente. Partita, forse in lite con la famiglia, niente che fosse dato sapere. Poi, ieri, è emersa la verità. Così drammatica e orribile a cui neppure loro, dopo una vita di menzogne, hanno potuto replicare. La storia è quella di Airi Kakimoto, una donna di 33 anni tenuta segretata in casa il corpo della quale è stato ritrovato in uno stato di estrema malnutrizione con un peso di appena 19 kg. Ad annunciare la sua morte sono stati i due genitori che così non hanno più potuto nascondere il suo stato. Messi alle strette dalle domande degli agenti, il 55enne Yasutaka Kakimoto e la 53enne Yukari Kakimoto, hanno confessato di aver confinato la figlia in una stanza di appena tre metri quadrati e senza riscaldamento, dandole da mangiare solo una volta al giorno. La polizia locale ha spiegato ai media che la stanza di Airi era monitorata costantemente da numerose telecamere e aveva una doppia porta che poteva essere sbloccata solo dall’esterno. (Continua dopo la foto)

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All’intero vi era una toilette improvvisata attaccata ad un serbatoio d’acqua. I due si sono giustificati sostenendo di averlo fatto per lei perché aveva disturbi mentali. “Nostra figlia era malata di mente e a 16 o 17 anni è diventata violenta, quindi l’abbiamo tenuta nella stanza” hanno detto alla polizia i suoi genitori. Un caso che ricorda da vicino quello di Josef Fritzl, l’uomo che nel 2008 è stato incriminato per omicidio, riduzione in schiavitù, sequestro di persona, stupro, coercizione e incesto nei confronti della figlia Elisabeth, da lui tenuta imprigionata per 24 anni in un bunker sotterraneo nel seminterrato della sua abitazione. Il 19 marzo 2009 è stato quindi condannato all’ergastolo e rinchiuso in un istituto psichiatrico. (Continua dopo le foto)

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Nato ad Amstetten, figlio unico di Maria e Josef Sr., Fritzl viene cresciuto dalla sola madre. Suo padre, che nel frattempo aveva abbandonato la famiglia quando il figlio aveva quattro anni, in seguito combatterà come soldato della Wehrmacht durante la seconda guerra mondiale, rimanendo ucciso in azione, nel 1944. Durante l’infanzia subisce continuamente maltrattamenti e umiliazioni da parte della madre. L’unica manifestazione d’affetto da parte di lei era l’andare insieme in chiesa la domenica. Questi eventi gli hanno causato disturbi alla personalità e, si vedrà poi nel processo a suo carico, anche l’incapacità di comprenderne appieno le conseguenze dei suoi crimini.

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