Si racconta a cuore aperto Gianluca Vialli. Lo fa in occasione della serie su Netflix creata da Alessandro Cattelan “Una semplice domanda”. Il docu-show andrà in onda dal 18 marzo, ma emergono già le prime confessioni fatte dai protagonisti. Tra loro, c’è appunto il grande calciatore Gianluca Vialli, ora tecnico della nazionale italiana. A spifferare qualche dettaglio è Oggi. A Cattelan, Vialli ha raccontato: “Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte”.
“Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire”, afferma l’ex centravanti di Samp, Juve e Chelsea e collaboratore di Roberto Mancini nella Nazionale campione d’Europa la scorsa estate. “Però – continua Gianluca Vialli – mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato”.
“La malattia – racconta Gianluca Vialli – non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita – e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno – è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità”.
E conclude: “Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh…”. Gianluca Vialli ha raccontato che la battaglia è iniziata nel 2017 a causa di un cancro al pancreas. Per sconfiggerlo si è dovuto sottoporre a un intervento chirurgico e a due cicli di chemioterapia, il primo durato nove mesi, il secondo otto mesi.
La chemio debilita moltissimo il fisico e Gianluca Vialli in quel periodo era magrissimo. Ha addirittura confessato che per sembrare meno magro indossava un maglione sotto la camicia. Vialli ha iniziato a parlare della sua malattia nel 2018 in una intervista al Corriere della Sera.