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Faccia da “buono”, armato fino ai denti: chiedetevi chi è quest’uomo, che chiamano “Angelo della Morte”. No, non è dell’Isis, anzi… è un idolo. Ed ecco che si è messo in testa…

  • Storie

 

Lo conoscono tutti come l’angelo della morte, in arabo Abu Azrael. Il suo vero nome è Ayyub Faleh al Rubaie e quando guarda i suoi compagni negli occhi dice: «illa tahin», «non rimarrà che la farina». Dei terroristi. È il simbolo della resistenza sciita contro i tagliagole dell’Isis. Se ne va in giro con fucile d’assalto, ascia, scimitarra e pugnale, gli  piace farsi fotografare, gira video di propaganda, a volte cruenti, come quelli dei suoi nemici, e va raccontando in giro di essere un ex docente universitario campione di taekwondo.

Oggi, scrive La Stampa, è a capo della milizia sciita dell’Imam Ali (Kata’ib al Imam Ali), un battaglione nato nel 2014 come braccio armato del Movimento islamico iracheno (Harakat al-Iraq al-Islamiyah). Un simbolo per molti. Uno spauracchio per altri. 


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