“Sono ancora dentro al Bataclan, sono ferito gravemente, per favore aiutateci, siamo al primo piano. È stata una carneficina. Ci stanno uccidendo uno a uno”. Mentre i terroristi sparavano addosso ai ragazzi e alle ragazze che erano nel teatro parigini, molti degli ostaggi chiedevano aiuto su Facebook e Twitter. Benjamin Cazenoves, un giovane designer, ha scritto: “Io sono ancora al Bataclan al 1° piano. Sono ferito gravemente. Vengano ad aiutarci Ci sono dei sopravvissuti all’interno. Stanno colpendo tutti, uno per uno. Al 1° piano in fretta”. Appena venti minuti, Benjamin Cazenoves scriveva ancora: “Sono ancora vivo. Ho solo delle ferite. Una carneficina. Ci sono cadaveri ovunque”.
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L’attacco più sanguinoso è proprio quello al Bataclan, dove in 1.500 assistevano al concerto del gruppo americano Eagles of Death Metal: l’assalto, gli spari, gli omicidi a sangue freddo, la presa di ostaggi, poi il blitz delle teste di cuoio. “Siamo riusciti a fuggire, c’era sangue dappertutto, hanno tirato con un fucile a pompa sulla folla”, ha detto al sito di Le Figaro un uomo che si trovava all’interno del locale. E un altro: i terroristi “erano molto calmi. Hanno ucciso a freddo molti ostaggi, ad uno ad uno. Poi ricaricavano e ne uccidevano altri. Hanno ricaricato le armi tre o quattro volte”.
“Erano a volto scoperto, molto sicuri di sé. Erano molto giovani”, ha raccontato un giornalista di Europe 1, Julien Pierce, che era all’interno del teatro. Ha visto entrare “due o tre individui non mascherati, con armi di tipo kalshnikov” che hanno “cominciato a sparare alla cieca sulla folla”. È durata “dieci-quindici minuti, c’è stato il panico, la gente si è mossa verso il palco, qualcuno è stato calpestato, io stesso sono stato calpestato – ha aggiunto – Hanno avuto tutto il tempo di ricaricare le armi almeno tre volte”.
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