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Cosa c’è in cima alla lista delle cose da fare di un papà che sta morendo. La triste testimonianza di un padre malato di Sla

  • Storie

 

Jay Smith. Un nome come tanti. Una storia come pochi. Di quelle che ti scavano dentro e ti lasciano con gli occhi persi davanti allo schermo di un computer a pensare, a contemplare qualcosa che è più grande di te. L’infinito, il destino, come volete chiamarlo. Ma se lo domandate al vostro cuore, la risposta sarà sempre la stessa: la vita. Una spiga di grano che porta in se la grandezza dell’universo eppure così fragile che basta un soffio per piegarla. Quella di Jay, che si è confessato all’Huffington Pos,t è quella di un uomo di successo, che guida in azienda e vola sopra l’oceano per stringere affari. Di un uomo che passa gli inverni al mare e le estati in montagna. Con una moglie bellissima e delle bambine con degli occhi che si perdono nel blu del mare. Poi, però, proprio come una foglia che il vento stacca dal ramo e non sa dove si andrà a posare la vita di Jay è cambiata.

(continua dopo la foto)


La scoperta di essere affetto da Sclerosi laterale amiotrofica. Una sentenza senza appello che lo ha inchiodato su una sedia a rotelle, bisognoso di tutto, con pochi anni, forse mesi, ancora davanti. E quella moglie che lascerà e le figlie che non potrà vedere andare all’altare ed i nipoti che non conoscerà. “Ed è in quel momento che ti accorgi di cosa sia veramente importante – dice Jay – dare e ricevere amore. Perché se due anni fa mi aveste chiesto cosa fosse scritto nella mia lista di cose da fare prima di morire, forse vi avrei detto che avrei voluto andare a vela, da solo, in Europa; fare wakeboarding sul lago Salton, o girare il mondo su un elicottero dorato indossando una pelliccia di visone bianco. Se me lo chiedeste adesso, la mia lista sarebbe molto differente… a parte la storia del visone bianco. La mia lista non è più una lista, è la mia vita: è accettare me stesso per quello che sono. Non fuggire davanti allo specchio. Non smarrire il proprio cuore ed imparare a vedere quello che ci circonda con gli occhi del cuore. Proprio ieri una libellula si è poggiata sul mio braccio. Non potevo muovermi. E’stato bellissimo”. E’la vita. Così com’è. 

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