In ansia per la decisione che i giudici del Tribunale dei Minori di Milano prenderanno sulla sorte di suo figlio, nato nella notte tra venerdì e sabato. Così – racconta il Corriere della Sera – è descritta da fonti ospedaliere Martina Levato, la studentessa 23enne condannata a 14 anni di carcere per aver aggredito con l’acido, insieme ad Alexander Boettcher, un suo ex fidanzato. Il piccolo e la giovane donna, ricoverata da giovedì scorso alla Clinica Mangiagalli di Milano, dove sono separati, stanno bene fisicamente e, di conseguenza, potrebbero essere dimessi dall’ospedale tra due o tre giorni, al termine della naturale degenza dopo un parto cesareo.
Martina, si apprende, ha ricevuto anche domenica la visita dei suoi genitori insieme a quella di uno psicologo, nell’ambito del servizio di sostegno della clinica milanese alle mamme che hanno avuto parti difficili o sentono la necessità di un consulto. La 23enne non ha potuto allattare e accudire il bambino appena nato in attesa del verdetto del tribunale, che potrebbe decidere di dare il bebè in affido ai nonni materni oppure a una famiglia estranea alla coppia.
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Sarà depositato al Tribunale dei minori un ricorso per l’adottabilità del bambino avuto dalla giovane. Il ricorso, a quanto si è saputo, presentato dal pm di turno dei minori, Annamaria Fiorillo, comporterà l’apertura di un fascicolo da parte dei giudici e la fissazione di un’udienza. Le indicazioni del pm servono a far sì che i giudici minorili “prendano le loro decisioni nell’assenza di condizionamenti derivanti da aspettative” da parte delle persone coinvolte. Lo spiega lo stesso magistrato il quale sottolinea anche come queste indicazioni di prassi siano state «prese d’urgenza» dal pm di turno per cristallizzare la situazione in quanto il piccolo è nato il 15 di agosto.
“Se fosse nato un giorno prima o due giorni dopo (con gli uffici giudiziari in regolare funzionamento) tutto sarebbe stato meno gravoso”, ha osservato il magistrato, perché i giudici “avrebbero potuto esaminare la situazione in modo tempestivo”. A occuparsene, inoltre, sarebbe stato il pm dei minori già titolare del fascicolo e non invece quello di turno che ha dovuto adottare provvedimenti d’urgenza. La pm ha precisato che, nelle indicazioni fornite, non si parlava della presenza o meno dei nonni al momento del parto. Il che lascia aperto un ulteriore scenario.