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Bimbo di 9 anni morto di stenti, poi la scoperta choc sulla mamma: “Cosa gli faceva”

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Un bimbo di nove anni è stato trovato morto in casa, il suo cadavere rinvenuto nel bagno di casa. È successo in Inghilterra. Martedì, aprendo il caso alla corte della corona di Coventry, il procuratore Michelle Heeley KC ha affermato che il piccolo è stato “fatto per sopportare una vita che nessun bambino dovrebbe condurre“. Sul banco degli imputati sono salite i genitori, ai danni dei quali gli inquirenti hanno portato prove pesantissime.

Le loro bugie sono state smascherate. Il giorno della morte del bambino, il compagno della donna aveva telefonato al numero di emergenza il 999 alle 14:24 affermando che “Alfie si era addormentato nella vasca da bagno e la madre lo aveva trovato “sommerso”, aggiungendo che in precedenza aveva battuto la testa. La polizia era arrivata a casa sei minuti dopo e ha trovato Alfie senza vita e “freddo al tatto”.

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Bimbo di nove anni trovato morto: “Torturato dai genitori”


Già da un primo esame infatti la situazione non sembrava chiara: sul suo corpo c’erano 50 ferite. La verità choc è venuta a galla durante il processo nel quale sua madre, Carla Scott, 35 anni, e il suo compagno, Dirk Howell, 41 anni, sono accusati congiuntamente del suo omicidio. “Alfie era stato deliberatamente e ripetutamente aggredito, picchiato, messo e tenuto sotto un bagno freddo come punizione”.


“E quella condotta illegale, quella punizione non necessaria, è stata eseguita congiuntamente da Carla Scott e Dirk Howell”, ha detto il magistrato davanti al giudice. “Entrambi pensavano fosse accettabile colpire Alfie con cinture o usare altre forme più dure di punizione” ha detto il pm nell’accusa. Metodi punitivi pesantissimi “come immergerlo in acqua fredda mentre era nudo o costringerlo a stare fuori, nel cuore della notte e farsi gettare addosso dell’acqua fredda”.

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I vicini, in alcune occasioni, avrebbero visto il bambino in piedi fuori dalla casa. Il magistrato ha riferito che spesso hanno espresso le loro preoccupazioni alle autorità “dopo poche settimane dal trasferimento nelle nuova casa”. Una storia terribile che nessuna giustizia potrà compensare fino in fondo.


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