La malattia si è scelta un avversario durissimo. Così le figlie di Sinisa Mihajlovic all’indomani della conferenza stampa del padre in cui, pubblicamente, raccontava la sua malattia. Sinisa Mihajlovic ha detto che avrebbe combattuto anche per loro. E così sta facendo: da guerriero quale è stato sul campo non molla un centimetro. E oggi pomeriggio potrebbe essere in panchina per la gara tra Bologna e Lazio. Tra l’ospedale, dove è periodicamente ricoverato per guarire dalla leucemia, e il campo di gioco non c’è ostacolo che tenga. Contro Verona e Spal era seduto in panchina, le probabilità che accada anche oggi sono altissime.
Per Sinisa Mihajlovic è una certezza, per i medici invece la sicurezza è rappresentata dall’esito delle analisi: sono quei valori che fanno da spartiacque tra prudenza e voglia matta di essere al fianco della squadra. Continua dopo la foto
Una firma in calce alla dimissione temporanee, a quel permesso straordinario che è come una finestra spalancata sulla vita ‘normale’, poi farà rotta verso lo stadio. Un paio di ore di ‘licenza’ poi dovrà fare ritorno in ospedale. L’idea del terzo blitz stagionale è nata negli ultimi due giorni. E ieri sera tardi, il tecnico del Bologna lo ha confessato alla dirigenza, al proprio staff, quindi ai giocatori. Farà di tutto per esserci oggi e se i valori saranno reputati a livello giusto, ecco che i medici propenderanno per il sì. Continua dopo la foto
Per la presenza del tecnico serbo in panchina. Del resto, il professor Cavo che lo ha in cura dalla metà di luglio fu chiaro. “A volte si potrà fare, in altre periodi no. Certamente il blitz di Verona non sarà un episodio isolato”. E così è stato: perché dopo aver mantenuto quella promessa ai suoi giocatori nel giorno in cui comunicò la propria malattia via-skype (“Ragazzi, ci vediamo alla prima di campionato”, disse Sinisa) presentandosi a Verona. Continua dopo la foto
{loadposition intext}
Ecco che il tecnico serbo ripetè il blitz per Bologna-Spal il 30 agosto scorso. Furono due Atti di Forza decisi e decisivi, che più o meno avranno la stessa dinamica di quello di oggi. Sinisa era rientrato al Sant’Orsola per il secondo ciclo di cure l’8 settembre scorso: oggi, un mese dopo, la voglia di stare vicino ai suoi ragazzi (reduci da un punto in tre partite) .
Ti potrebbe interessare: “Massacro!”. Quattro giovani morti, due fidanzati in condizioni disperate: è l’inferno