“Marco Pantani è stato ammazzato”. Dieci anni dopo la sua morte, il finale del romanzo di uno dei più grandi campioni di sempre potrebbe essere riscritto. La procura di Rimini ha difatti riaperto il caso, e stavolta l’ipotesi investigativa, messa nero su bianco dal procuratore Paolo Giovagnoli, non è più quella, originale, di “morte come conseguenza accidentale di overdose”, ma quella ben più scabrosa di “omicidio volontario”. Finora nessun indagato, ma è probabile che nelle prossime settimane ci saranno novità. In questi anni sono stati in tanti ad aver lavorato per cercare la verità sulla tragica fine di un simbolo del ciclismo italiano, non rassegnandosi all’idea di un uomo così diverso da quello che hanno conosciuto. Una sorta di investigazione parallela di amici, parenti e sostenitori che ha permesso di raccogliere circostanze utili alla riapertura di un caso giudiziario. Che è anche una pagina importante della storia dello sport italiano.