Nove mesi esatti dal terribile incidente in cui rischiò la vita per la seconda volta. Era il 19 giugno, Alex Zanardi stava percorrendo un tratto di strada in provincia di Siena con la sua handbike quando si era scontrato con un tir che proveniva dalla direzione opposta. Drammatica la diagnosi: aveva le ossa della faccia e del cranio fracassate e lesioni gravissime provocate dall’impatto. Rischiò di morire di nuovo come in Germania nel 2001 quando perse le gambe.
Subito dopo l’incidente, il presidente del comitato paraolimpico Luca Pancalli aveva detto. “Zanardi sta lottando per la seconda prova più difficile della sua vita e lo sta facendo al massimo. Siamo in contatto quotidianamente con la moglie Daniela. Alex è una persona importante per la famiglia dello sport italiano e anche internazionale per la sua capacità di amplificare e semplificare concetti importanti. In questo è straordinario e sono convinto che continuerà a farlo per il resto dei suoi giorni”. Continua dopo la foto

La sua storia ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo e ancora oggi continua a combattere. Alex Zanardi ha subito sei interventi in tutto, anche di ricostruzione cranio-facciale. Non è più in terapia intensiva, ma dal 21 novembre si trova nel reparto di neurochirurgia di Padova in un letto attrezzato per fare anche riabilitazione e le sue condizioni sono in lento, ma progressivo miglioramento. Continua dopo la foto

Come sta oggi Alex ha raccontato la moglie, Daniela Manni, che assieme al figlio, Niccolò, gli è rimasta accanto in tutto questo tempo. Ha recuperato percezione sensoriale mostrando progressi. Ha mosso il pollice, riconosciuto i suoi cari, stretto la mano alla consorte, riacquistato l’uso della parola comunicando anche verbalmente con la sua famiglia. Ha visto la luce in fondo al tunnel ma prima che ne esca servirà ancora del tempo: alti e bassi scandiscono ancora il cammino verso la piena guarigione. Continua dopo la foto

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Una notizia che dà speranza non solo alla famiglia di Alex e a tutto lo sport italiani, ma a tutti coloro che a lui e alla sua voglia di vivere si ispirano. “Se un fulmine mi ha colpito una volta, è possibile anche che lo faccia di nuovo – aveva detto a un incontro con un gruppo di studenti Alex – Ma restare a casa per evitare e scongiurare quest’ipotesi significherebbe smettere di vivere. Quindi no, io la vita me la prendo…”.
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