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“Mi costringevano a farlo perché sono gay”. Costantino della Gerardesca choc, un racconto davvero terribile di tutto ciò che ha dovuto subire. Poi la droga…

 

Un’intervista decisamente toccante, in cui ha ripercorso la sua infanzia e parlato della difficoltà di far accettare a tutti la sua omosessualità, una battaglia che gli è costata più di quanto si potrebbe pensare. “Sono finito in un collegio di destra, molto autoritario. Avevano capito che ero omosessuale e mi punivano per questo. Avevo 15 anni. Per temprarmi mi hanno fatto correre sulla neve a piedi scalzi. Cose simili, a cui mi ribellavo. Lì è iniziato il mio malessere”. A parlare, in un’intervista al Corriere della sera, è Costantino della Gherardesca che ha deciso di ripercorrere la giovinezza, a partire dal rapporto con padre assente e dalla famiglia “matriarcale” in cui è cresciuto, che gli ha insegnato a rispettare le donne. Poi il periodo più buio, cominciato con un malessere interiore, e proseguito con gli attacchi di panico e infine la droga. “Sono arrivati gli attacchi di panico. A 21 anni la situazione era diventata estremamente pesante e a 23 ne sono uscito. È stato difficile. Quando ti droghi da giovane, si rallentano anche dei processi di maturazione”. (Continua a leggere dopo la foto)


Un periodo che ha influenzato anche la sua vita sentimentale: “Le prime volte che sono stato con qualcuno sessualmente, erano donne”. Perché? “Perché non avevo ben capito che non era un passaggio obbligatorio. In genere erano più grandi. Una era un’artista, aveva 30 anni. Io 15, ma era una cosa che volevo, divertente anche se non sessualmente appagante. Sapevo che mi piacevano gli uomini, mi dichiaravo gay e avevo una pelliccia… ma mi ero anche già fatto l’acido: lo sviluppo di una sessualità vera è stato ritardato dalle droghe”. Costantino ancora oggi ha così un grande pudore nel parlare di amore e mettere a nudo le proprie sensazioni: “Ora non cerco una relazione stabile per vari motivi”. (Continua a leggere dopo le foto)

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“Devo concentrarmi sul lavoro e sui miei problemi di salute mentale, tipo gli attacchi di panico o la mia agorafobia. Non riesco a lavorare sull’amore”. Costantino rivendica anche il suo approccio al piccolo schermo, lui che non è amante della televisione urlata: “Molti miei colleghi sembrano amare le cose più brutte, squallide e volgari della vita, come le emozioni esibite pubblicamente, i drammi sentimentali in video. Io riesco a dire di amare con serenità solo un’opera d’arte concettuale o un piccolo cuscino tibetano”. Infine, una parentesi sui sogni nel cassetto: “A volte mi rattristo perché non ho un figlio e non lo posso adottare, anche se, secondo me, non gli farei mancare nulla. Esistono strade alternative, ma dare una casa a un bambino che ne ha bisogno sarebbe quella giusta per me”.

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