È un’intervista toccante, quella di Teo Teocoli, rilasciata al “Corriere della sera”. Nel ripercorrere la lunga carriera dell’artista, non ci sono solo i grandi successi che lo hanno reso popolare e gli innumerevoli amori vissuti in gioventù (tra i quali anche il “filarino semiplatonico con Orietta Berti, che dormiva dalle suore”), ma anche i retroscena meno conosciuti della vita di un’artista come i frequenti litigi con i colleghi e dirigenti televisivi e gli scontri dovuti a un carattere non facile, frutto di un’infanzia segnata.
Quel carattere non sempre tranquillo, influenzato dal difficile rapporto con il padre-padrone.
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“La facilità allo scontro mi arriva da un’infanzia difficile. Mamma veniva da una famiglia di giostrai, papà era andato in Marina sotto le bombe inglesi. Dopo la guerra siamo sbarcati a Milano. Mamma cuciva in sartoria, papà non lavorava e non si vedeva mai, meglio perché quando arrivava mi picchiava di brutto: il classico padre-padrone”. Proprio quel padre che ha inevitabilmente condizionato il suo carattere e il suo modo di essere: “ Era un disadattato: di fronte al bidello in divisa ho pianto per ore, facevo fatica a scrivere e leggere, non capivo nemmeno il concetto di proprietà. Mi chiamavano terun, baluba, altro che non incazzarsi! È un miracolo che sia arrivato a ragioneria perché non ho mai studiato niente, giuro. M’intortavo le prof, facevo ridere anche loro”.
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E sull’argomento droga dice: “ Va bè, gli spinelli non li contiamo, uno dei più belli con Califano l’abbiamo fumato dopo Italia-Germania 4-3. Ho provato la metedrina, usata ai tempo da molti studenti sotto esami per studiare di notte. Cocaina? La prima pista ci ho starnutito su come Woody Allen in “Io e Annie” e m’hanno guardato storto. Poi ho imparato a non starnutire ma dire che m’abbia preso seriamente sarebbe una bugia. Fra l’altro la roba che circolava era meno pericolosa di quella di oggi. Comunque non ne vado fiero e alle mie figlie ho parlato chiaro”. E per quanto riguarda il suo ruolo di padre, il comico italiano ha affermanto: “Forse avrei dovuto avere più polso ma m’è sempre piaciuto far ridere le ragazze. Il guaio è che quando fai la faccia severa faticano a riconoscerti”.