Alessio Boni: degli attori che piccolo e grande schermo regalano al pubblico italiano è senza dubbio tra i più amati. E non è solo una questione estetica… Ora si è raccontato a Vanity Fair. Per esempio, il suo lato umano, molto dedito al sociale. “Appena posso vado nelle scuole, in Africa: hanno un sorriso che non trovo altrove, che mi nutre. I bambini credono a Babbo Natale, a quello che diciamo loro. Poi, arriva un’età in cui varcano la soglia, entra l’arroganza, l’ipocrisia”. Questo, per esempio, è un aspetto finora nascosto al grande pubblico dell’attore 52enne.
Tante ‘pillole’, tanti angoli della sua personalità che vengono fuori. “Fare il cattivo è bellissimo: entri in una zona dove non andresti mai. Poi, certo, ci sono cose che non riuscirei a interpretare. Per esempio, un uomo che stupra un bambino: un ruolo che mi avevano proposto anni fa, ma non ce l’ho fatta”. (continua dopo la foto)
E, ancora, su un argomento ‘scottante’, spesso fastidioso: il tradimento. Ebbene, su questo Alessio Boni sembra avere le idee chiare: “Il tradimento più potente è quello dell’amico, più di quello della donna che ami. Il tradimento di un amore scaturisce dall’ormone. Con gli amici l’ormone non c’entra, non sei fagocitato dalla passione. L’amore esige tutto, è vero. Ma se la tua donna si innamora di un altro, tu stai di merda e però c’è una motivazione. Nell’amicizia no: non c’è altro motivo che l’invidia. Se mi tradisci non ti stimo più. E se io non ti stimo non riesco nemmeno ad andare a cena con te. Così come se non stimo una donna, non riesco a innamorarmi”. (continua dopo la foto)
Qual è la cosa che più fa arrabbiare Alessio Boni? “L’intolleranza, l’impazienza. Continuo a combatterci. Penso: io sono così, come fa questo che ho di fronte a non pensarla come me? Lavoro in continuazione su questa parte di me, perché è importantissimo condividere con gli altri la vita. Chi manca di umanità diventa un robot, e io non voglio avere a che fare con i robot. Quello mi fa salire la rabbia ma mi controllo”. (continua dopo la foto)
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Ma come vive? Ecco, qui viene fuori quello che spesso si intuisce osservando alcuni suoi ruoli cinematografici. “Ho la serenità della campagna, del mio casale. Serve però uno scopo per portare a termine la giornata, l’assenza di passione mi fa sembrare non di vivere ma di sopravvivere. Questo è il mio carattere, e il carattere è il tuo destino. Volevo fare lo psicologo, anche se non sono mai stato in analisi. Un bravo psicologo può davvero dialogare con un essere umano, dargli una grande forza. Il mio lavoro mi rende comunque psicologo perché entro dentro personaggi diversissimi da me”.
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