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“Addio anche a te”. Spettacolo italiano in lutto: se ne va un mito, marito della più grande

Se ne è andato la mattina di martedì 17 settembre 2024, pochi giorni dopo aver festeggiato il suo compleanno, il 6. E con lui lo spettacolo perde un altro pezzo da novanta, dopo la morte della moglie, tra le più grandi. Era stato ricoverato in un ospedale di Roma lo scorso 12 settembre, a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. E ora a dare la triste notizia all’Adnkronos sono fonti vicine alle famiglia. Accanto a lui, prima della sua dipartita, il figlio Francesco.

Storico regista teatrale e marito di Carla Fracci, Beppe Menegatti aveva 95 anni. Si era trasferito a Roma da qualche mese, dove vivevano il figlio Francesco e i nipoti Giovanni e Ariele, dopo aver lasciato la sua abitazione di Milano, nella quale aveva costruito una vita intera insieme a sua moglie, nonché la sua musa, scomparsa a maggio 2021.

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Spettacolo in lutto: addio a Beppe Menagatti

Beppe Menegatti è stato l’uomo della vita di Carla Fracci. Dopo un primo incontro al Teatro alla Scala, i due si sono poi rivisti in una sala da ballo e a partire da quel momento si sono innamorati l’uno dell’altra, senza mai più lasciarsi. Si sono sposati nel 1964 e dalla loro unione nel 1969 è nato il figlio, Francesco, architetto e professore universitario al Politecnico di Milano.

Il regista è rimasto accanto a Carla Fracci nella malattia, fino alla fine nella loro casa milanese. Menegatti ha dedicato la sua carriera alla danza e al teatro, negli anni aveva curato la regia degli spettacoli di cui sua moglie era protagonista e, di fatti, con la ballerina avevano costruito negli anni una delle coppie più solide dello spettacolo italiano. Classe 1929 e nato a Firenze, nel 1955 viene chiamato da Luchino Visconti come aiuto regia per una balletto alla Scala di Milano.

Da quel momento diventa assistente di Visconti e, proprio per quel balletto, incontrò per la prima volta Carla Fracci All’epoca, lei aveva 18 anni e lui 25. “Lavorare con lei non era facile, perché la confidenza reciproca di una unione famigliare porta a una esasperazione del senso critico – diceva della moglie – però la prima cosa che mi ha fatto innamorare di Carla era la profonda dedizione nei confronti del lavoro, senza mai lamentarsi, senza mai farlo pesare agli altri. Per non parlare della sua estrema generosità sia come donna che come artista”.


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