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“Religione bandita, via tutto!”. Crocifissi, poster di papa Francesco e preghiere in classe: il drastico provvedimento nella scuola italiana. Ed è polemica. Cosa è stato deciso. Giusto o sbagliato, secondo voi?

 

Un caso che sta facendo discutere non poco quello capitato alla scuola “Ragusa Moleti” di Palermo. Dopo l’articolo del fattoquotidiano.it il dirigente Niccolò La Rocca non ha perso un minuto per togliere i simboli sacri dai corridoio e dalle aule. Ieri mattina ha personalmente girato aula per aula e ha deciso di far tornare “laico” il suo istituto: “Ho rimosso tutte le statue e le immagini di Papi presenti a scuola. Ora – spiega il preside – sono tutti in un armadio. Alcuni verranno riconsegnati ai proprietari, altri devo capire di chi sono. Io sono dirigente di questa scuola solo dal mese di settembre ma mi dicono che quelle statue erano qui da almeno trent’anni”. Ma per capire appieno questa vicenda occorre spingere sul tasto “riavvolgi” e iniziare a parlare del prologo. Fino a qualche giorno fa, infatti, alla Ragusa Moleti era normale che i bambini entrando a scuola incrociassero tra una sezione e l’altra la statua della Madonna o ancora un quadro di Cristo in croce. “Altarini” ben tenuti e ben curati da qualcuno che si preoccupava anche di mettere dei fiori ai piedi dei monumenti. In qualche aula fino a ieri, oltre al crocefisso previsto dal Regio Decreto del 1928, era possibile vedere anche qualche immagine di Papa Francesco e della Madonna del Sacro Cuore. La passione per il pontefice si esplicitava anche in poster appesi alle pareti dei corridoi con decine di foto di Bergoglio e la scritta “Viva Papa Francesco”. (Continua dopo la foto)


Una situazione andata avanti per anni che avvallava persino – a detta di qualche genitore – la preghiera prima della merenda o in altri momenti della giornata. A questo punto, il dirigente, ben conscio dell’importanza della laicità della scuola, fin dalla prima segnalazione non ha nascosto il suo impegno affinché potesse essere chiaro a tutti che la legge va rispettata. La Rocca, che ha confidato di avere persino in ufficio un’immagine di Papa Giovanni Paolo II, ha voluto agire immediatamente. “Visto che nella nostra scuola ci sarebbe l’usanza di far pregare i bambini durante l’attività curriculare ho ricordato che c’è un parere dell’avvocatura dello Stato del 2009 che esclude atti di culto durante l’orario scolastico compresa l’ora di insegnamento della religione cattolica”. In questi mesi da preside aveva ben altri pensieri ma di fronte alle polemiche nate ha preferito ridare un nuovo volto alla sua scuola. (Continua dopo le foto)


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Una decisione che ha scontentato qualche insegnante: “Io lavoro in questa scuola da tredici anni. Non sono cattolica praticante, non mi fermo a pregare davanti alle statue e non recito il rosario. Ma le statuine – spiega Nadia commentando su facebook l’articolo – non mi hanno mai dato fastidio. Sono donazioni, di non so quali anni, che si sono accumulate nel tempo. Se sono servite a qualcuno per avere un attimo di conforto io non ci trovo nulla di male. Non siamo volgari e non siamo pagani e non credo che sia migliore di noi chi ci ha esposti alla pubblica gogna invece di pensare a problemi ben più importanti”. In ogni caso la scelta del preside del Ragusa Moleti è una delle prime forzature che un preside impone alle regole dell’istituto in fatto di spiritualità. Che sia preso di esempio dagli altri dirigenti? Chi lo sa.

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