Attimi di paura a Dacca, in Bangladesh, in occasione del giro che Papa Francesco ha compiuto fra i fedeli all’antico ippodromo della città.
La papamobile con a bordo Bergoglio, mentre compiva il giro del Suhrawardy Udyan Park a Dacca, ha rischiato di essere investita da un traliccio in legno della luce elettrica travolto dal gran numero di persone accorse per salutare il Pontefice. Nelle immagini riprese dall’operatore di Tv2000, Andrea Tramontano, si vede un gruppo di persone cadere sulle transenne delimitanti l’area di passaggio della papamobile e travolgere il palo vicino. Solo grazie al tempestivo intervento degli uomini della sicurezza del Papa e di altre persone il traliccio non ha preso in pieno Jorge Mario Bergoglio. Il 30 novembre Papa è atterrato in Bangladesh. L’aereo con a bordo Francesco, proveniente dal Myanmar, è atterrato all’aeroporto di Dacca. Subito dopo il suo arrivo a Dacca è iniziata la cerimonia di benvenuto organizzata dalle autorità locali. Accoglienza calorosa per Bergoglio con inni e bandiere, c’erano il presidente Abdul Hamid, una decina di vescovi e una quarantina di bambini con un’offerta floreale. (Continua a leggere dopo la foto)
Il papa visiterà il National Martyr’s Memorial di Savar, con il mausoleo del padre della patria, Mhjibur Rahman, artefice della guerra d’indipendenza dal Pakistan del 1971. Una volta arrivato nel giardino della sede arcivescovile Bergoglio ha rinunciato alle vetturette da golf di solito utilizzate in queste occasioni e ha compiuto il giro tra i fedeli con il tradizionale risciò a pedali, accompagnato da un giovane bengalese che era visibilmente emozionato. Lo stesso aveva fatto Giovanni Paolo II nella sua visita in Bangladesh avvenuta 31 anni fa. Molto toccante l’incontro tra Papa Francesco e 16 profughi Rohingya, tra cui due donne che indossano il niqab, il velo che lascia solo gli occhi nudi, e che hanno tolto appena Francesco è arrivato. (Continua a leggere dopo la foto)
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”Vi sentiamo vicini, la vostra situazione è molto difficile, siamo stati tutti creati a immagine di Dio – ha detto loro il Papa – A nome di quelli che vi perseguitano e vi hanno fatto male e per l’indifferenza del mondo chiedo perdono, perdono”. ”Forse possiamo fare poco per voi ma la vostra tragedia ha molto spazio nel nostro cuore. Per quelli che vi hanno fatto male, soprattutto nell’indifferenza del mondo, vi chiedo perdono!” ha detto loro Francesco. ”La presenza di Dio oggi anche si dice rohingya” ha poi aggiunto parlando a braccio. È la prima volta che il Papa pronuncia la parola ‘rohingya’ durante questo viaggio in Asia e lo fa in modo teologicamente molto forte. Dopo l’incontro con il Papa, alcuni di loro piangevano.