La Gioconda o Monna Lisa è una delle opere d’arte più conosciute al mondo per una serie di caratteristiche: dal punto di vista esecutivo Leonardo stesso definì l’opera come la più completa dal punto di vista della trattatistica e poetica artistica del periodo. Infatti le opere di Da Vinci come quelle di altri grandi artisti del Rinascimento non sono considerate delle semplici opere d’arte ma degli autentici trattati scientifici. Il dipinto, realizzato con la tecnica dell’olio su tavola, misura 77×53 cm. La donna dall’enigmatico sorriso, ritratta nel dipinto, era probabilmente Monna Lisa, sposa del mercante Francesco del Giocondo. Sullo sfondo di un paesaggio, ispirato alla campagna lombarda, si staglia una delle figure femminili più celebri della pittura di tutti i tempi, divenuta un simbolo dell’arte stessa e della sua ambiguità. L’opera, che conserva intatto il suo misterioso fascino, è esposta al Museo del Louvre a Parigi. Dopo tante ‘letture’, lo studioso Paolo Militone ha reso nota una nuova teoria che potrebbe fornire una ”ulteriore nuova chiave di lettura, tutta italiana, su questo famoso capolavoro leonardesco”. (Continua a leggere dopo la foto)
La scoperta, come riporta il sito Supereva.it, sarebbe avvenuta osservando una fotostampa della Monna Lisa. “A quel tempo – si legge sempre sul sito – ebbi a notare un curioso particolare impresso su quella fotostampa: due piccole immagini scure ai lati della stessa che, in quel momento, mi sembrarono due semicerchi. Intuitivamente parlando, mi venne istintivo fare una semplice operazione manuale, cosa che chiunque può fare: arrotolai la fotostampa su sé stessa facendo combaciare i lembi sinistro e destro, pensando: ‘Dove ci sono due semicerchi scuri opposti, ci sarà un cerchio completo’. Ma oggi – continua -, ingrandendo bene, vedo che secondo me rappresentavano ben altro e che, all’epoca, l’effetto dei semi cerchi sarà stato dovuto più che altro all’effetto, alla qualità e/o alle dimensioni ridotte di quella mia fotostampa”. (Continua a leggere dopo le foto)
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Per supportare la sua scoperta ha presentato una fotoquantica, ossia una particolare foto realizzata grazie alla Fotoquantistica. ”Una nuova arte e tecnica fotografica anch’essa da me ideata e già sperimentata – ha svelato -, ispirata e dedotta sulle basi elementari della fisica, meccanica quantistica’. Tramite questa tecnica lo studioso avrebbe individuato nel quadro di Leonardo Da Vinci un misterioso oggetto simile ad ”un’urna, un cofanetto o un ostensorio, credo anche il viso stesso di Leonardo Da Vinci”. Ma non è finita qui, perché l’esperto avrebbe anche scoperto un dettaglio interessante riguardo la creazione della Gioconda. ”Dalla foto – si legge ancora su Supereva – infatti risulta ‘come se ad un certo punto, Leonardo Da Vinci avesse dipinto su una tela strettamente avvolta attorno ad una colonna, anziché su una tela stesa su un comune cavalletto da pittore”’.