Era il 1 gennaio del 2004 quando, sotto impulso dell’allora ministro della Sanità Girolamo Sirchia, una grande stretta piombò sui fumatori: bar, ristoranti, pub, tutti posti “vietati” al fumo. Ora, a distanza di dieci anni, sono in arrivo nuovi divieti, ancora più rigidi, soprattutto perché riguarderanno i luoghi all’aperto. Niente sigarette nei parchi pubblici, negli stadi e nelle spiagge attrezzate, ma anche sulle macchine con bambini a bordo e perfino nei film e serie tv nazionali, se le bionde vengono accese in un numero eccessivo di scene. Questa è l’intenzione dell’attual eministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che conferma: “Sì, ci sarà una stretta ulteriore. Partiamo da film e auto con minori e poi studieremo eventuali nuove misure. È una materia da approfondire, su cui eventualmente aprire un confronto”. Così in certi casi anche gli spazi all’aperto, come già avviene ad esempio negli Stati Uniti, potrebbero diventare off limits per chi vuole accendersi una sigaretta.
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Di recente era stato posto il divieto di consumare le sigarette negli spazi esterni delle scuole e si è alzato fino a 18 anni il divieto di vendita di prodotti del tabacco. L’Oms ha inoltre indicato una strategia che potrebbe essere adottata anche in Italia: quella di far scattare automaticamente un costante aumento dei prezzi delle sigarette. Infine deve essere recepita una direttiva europea approvata nell’aprile scorso in base alla quale, tra l’altro, sul 65% della superficie dei pacchetti dovranno essere introdotte immagini dissuasive. I divieti funzionano? Stando alle statistiche la prevalenza dei fumatori nel nostro paese è diminuita, passando dal 23,8% al 19,5%. I dati sono dell’Istat. La vendita dei prodotti del tabacco, del resto, è scesa di circa il 25%. Massima attenzione, però, perché le statistiche dicono che c’è stato un incremento importante tra i fumatori giovanissimi, in età 11-12 anni, e questo vuol dire che si è abbassato il livello di guardia e di consapevolezza ma anche di una stigmatizzazione del fumo.
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