Genetica e nanoparticelle di Rna per un vaccino universale che sfrutta la risposta del sistema immunitario alle infezioni virali e la ‘reindirizza’ per combattere i tumori. Lo studio, che segna un passo avanti verso un vaccino universale contro il cancro, è condotto dal team di Ugur Sahin della Johannes Gutenberg University di Mainz (Germania), ed è descritto online su ‘Nature’. La ricerca dimostra che il vaccino induce “forti risposte” immunitarie anticancro in modelli animali di tumore (ratti) e in tre pazienti con melanoma avanzato. E “rappresenta un passo in avanti verso un vaccino universale per l’immunoterapia anti-cancro”, si legge su ‘Nature’. Sahin e i suoi colleghi hanno esaminato le cellule del sistema immunitario, chiamate cellule dendritiche, nei topi utilizzando un vaccino somministrato per via endovenosa e costituito da nanoparticelle di Rna-lipoplessi (Rna circondato da una membrana lipidica, simile a una membrana cellulare). (Continua a leggere dopo la foto)
![](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2018/07/oncologia-medica.jpg?x95137)
Scoprendo così che, aggiustando la regolazione della carica elettrica delle nanoparticelle e rendendola leggermente negativa, ciò è sufficiente per reindirizzare in modo efficace le cellule dendritiche. I lipoplessi proteggono l’Rna dall’essere ‘metabolizzato’ dall’organismo, e mediano il suo assorbimento nelle cellule dendritiche e nei macrofagi nella milza, nei linfonodi e nel midollo, dove l’Rna viene poi tradotto in un antigene cancro-specifico. Gli autori dimostrano che questo meccanismo innesca una forte risposta delle cellule T e media un potente rigetto (IFNalfa dipendente) dei tumori progressivi in diversi roditori colpiti dalla malattia. (Continua a leggere dopo la foto)
![](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2018/07/oncologia.jpg?x95137)
Nei risultati preliminari di un Trial di fase I del vaccino, gli scienziati mostrano che tre pazienti con melanoma trattati con un basso dosaggio del prodotto hanno sperimentato una forte risposta delle cellule T antigene-specifiche e di Ifnalfa. Ebbene, i ricercatori concludono che, dal momento che praticamente qualsiasi antigene a base proteica può essere codificato da Rna, il vaccino a nanoparticelle “potenzialmente può qualificarsi come un vaccino universale per l’immunoterapia del cancro”. (Continua a leggere dopo la foto)
![](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2018/07/Vaccino-antinfluenzale.jpg?x95137)
{loadposition intext}
Gli esperti hanno testato il vaccino con successo su topolini affetti da vari tipi di cancro. Successivamente hanno ripetuto i test sui primi tre pazienti, tutti con un melanoma in stadio avanzato. Lo stesso tipo tumore era stato preso di mira l’anno scorso dai ricercatori della Washington University di Saint Louis, in collaborazione con l’University of Oklahoma, i quali avevano testato il primo vaccino personalizzato (cioè costruito in base alle specifiche mutazioni genetiche del tumore in ogni singolo paziente) su tre pazienti. Per quanto riguarda questi ultimi, i ricercatori fanno sapere che la risposta immunitaria è stata efficace contro il tumore che è rimasto “clinicamente e radiologicamente stabile”.
“Sì, Giacomo ha un tumore: ecco come sta”. Elena Santarelli, le ultime notizie sul figlio