Una legge per l’obbligo flessibile. La ministra della Salute, Giulia Grillo, ospite della trasmissione ‘Omnibus’ su La7, rispondendo a una domanda sull’intenzione delle regioni di voler impugnare davanti alla Consulta l’emendamento sui vaccini inserito nel milleproroghe, una volta approvato definitivamente, spiega che è stata depositata ieri “la proposta di legge della maggioranza in cui spingeremo per il metodo della raccomandazione che è quello che noi prediligiamo da un punto di vista politico, nel quale prevederemo delle misure flessibili di obbligo sui territori e, quindi, anche nelle regioni e nei comuni dove ci sono tassi più bassi di copertura vaccinale o emergenze epidemiche”. A tal proposito, Grillo precisa di “non aver ancora parlato con l’assessore Saitta (assessore alla Sanità della Regione Piemonte e Coordinatore della Commissione Salute della conferenza delle Regioni ndr) ma mi sembra chiaro innanzitutto che il decreto deve essere ancora convertito, dopodiché loro hanno tutto il diritto di fare riscorsi ma noi abbiamo già depositato il nostro disegno di legge della maggioranza”. Quanto alla presa di posizione dei presidi italiani, “è una polemica assolutamente surreale e tardiva”, dice la ministra Grillo, perché “l’autocertificazione è un atto deciso dal precedente governo, e utilizzato per tutto il 2017, che è stato solo proseguito anche per il 2018”. “Mi sembra dunque surreale ricevere questo ennesimo attacco politico – aggiunge – ma ormai ho le spalle larghe e mi sono abituata”. (continua dopo la foto)
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“La modalità di raccomandazione attiva” per le vaccinazioni “stile paesi nordici è nel programma 5 Stelle e mi trova pienamente d’accordo – dice all’Adnkronos la senatrice M5S Elena Fattori – La variabilità degli obblighi a livello regionale era stata esclusa nella scorsa legislatura perché potrebbe mettere in difficoltà le famiglie che si spostano sul territorio italiano. Una modalità del genere richiede un investimento economico importante”. “Quando ci sarà il testo dettagliato potrò esprimere un giudizio più puntuale. Mi auguro una costruttiva discussione parlamentare con una larga condivisione e la possibilità eventualmente di contribuire al testo in maniera del tutto trasversale in modo da sottrarre un tema di salute pubblica dalle diatribe politiche. Mi auguro altresì che la discussione parlamentare sarà basata su evidenze scientifiche”, sottolinea Fattori, biologa, che nei giorni scorsi al Senato ha votato in dissenso dal suo gruppo sull’emendamento che fa slittare di un anno l’obbligo vaccinale per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia e ai nidi. (continua dopo la foto)
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GLI ESPERTI – L’autocertificazione non è utilizzabile in sanità e per quanto riguarda i vaccini, oltre a mettere in crisi l’obbligo vaccinale, contrasta anche con la normativa vigente sulla sburocratizzazione che testualmente recita: “I certificati medici, sanitari (…) non possono essere sostituiti da altro documento”. È quanto sostiene, in sintesi, il Collegio dei professori ordinari di Pediatria che “manifesta profondo dissenso e preoccupazione per il depotenziamento dell’obbligo vaccinale legato alla possibilità di autocertificare, in base alla circolare del ministero del 5 luglio, le vaccinazioni del bambino all’ingresso nelle istituzioni scolastiche da 0 a 16 anni”. L’autocertificazione, secondo i docenti, “allenta le maglie del controllo e aumenta il rischio che un numero crescente di bambini accedano alla comunità scolastica senza le necessarie protezioni nei confronti di malattie che possono sconvolgere la loro vita e quella delle loro famiglie”. “I sostenitori ‘no-vax’ – proseguono gli esperti – non hanno mai visto giungere al pronto soccorso pediatrico un bambino non vaccinato in coma per encefalite da morbillo, o un lattante in apnea per pertosse, o un neonato con compromissione neurologica, cieco e sordo a causa della rosolia contratta dalla madre in gravidanza”.
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