Torna l’allarme aviaria nel mondo. Lo scorso 16 dicembre è stato accertato un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità in un allevamento di tacchini da carne di Porto Viro (Rovigo). La Sezione veterinaria e sicurezza alimentare della Regione è intervenuta delimitando le zone di restrizione, abbattendo e distruggendo carcasse, lettiere, mangime e letame dei capi presenti nell’azienda. Emanato anche il divieto su tutto il territorio regionale di svolgere fiere, mostre e mercati con avicoli.
Ma la situazione che più preoccupa è quella in Giappone. Qui le autorità hanno ordinato l’abbattimento di 42mila polli, dopo la conferma del secondo focolaio di influenza aviaria in meno di un mese. I test del dna hanno confermato che si tratta di un ceppo H5 del virus, rilevato in una fattoria a Miyazaki, nel sudovest del Paese, dove sono morti numerosi polli. Due settimane fa, il governo aveva ordinato l’abbattimento di 4mila volatili in un altro pollaio, a 100 chilometri di distanza, nella stessa prefettura di Miyazaki. Le autorità locali hanno chiuso le fattorie circostanti e hanno bonificato l’area. Il primo ministro Shinzo Abe ha ordinato di “prendere rapide misure per la prevenzione dell’epidemia”. ù
Il virus è stato rilevato anche in Germania due settimane fa, nel Land della Bassa Sassonia, dopo i casi in Meclemburgo-Pomerania occidentale e nei Paesi Bassi dello scorso novembre. I 19mila volatili allevati nell’azienda coinvolta sono stati uccisi, insieme a altri 12mila di un allevatore vicino. Tra il 2013 e il 2014 il virus H5N8 è stato identificato quale causa di infezione in uccelli domestici e selvatici in alcuni Paesi dell’Asia Orientale, quali Corea del Sud, Cina e Giappone, ma fino al novembre scorso non era mai stato identificato al di fuori di questa area.
Ti potrebbe interessare anche: “Ebola fuori controllo, minaccia globale”. Anche i soldati contro il virus