Di sti tempi non è assolutamente da scartare l’idea di tenere in casa un saturimetro, o pulsiossimetro, per misurare il valore dell’ossigeno nel sangue e per autogestirsi nei casi non gravi da curare a domicilio. Ed è proprio Luca Richeldi, pneumologo membro del comitato tecnico scientifico, che rivela al Corriere della Sera un’importante info.
Secondo Richeldi una svolta per gestire i casi di Covid sarebbe quella di fornire un saturimetro a tutte le famiglie. “Ogni famiglia – spiega – dovrebbe avere in casa uno strumento indispensabile quanto il termometro, cioè il saturimetro, che serve a misurare il valore dell’ ossigenazione nel sangue”. (Continua dopo le foto)


Ma come imparare ad interpretarlo? Se il saturimetro segna dei valori sopra il 92%, allora è bene escludere la polmonite. Ed in questa evenienza la malattia può essere gestita a domicilio. Una misurazione da effettuare più volte al giorno. “La società italiana di pneumologia sta avviando una campagna di donazione. Verranno distribuiti attraverso la rete delle farmacie 40.000 saturimetri. Credo che meno del 10% delle famiglie ne possiedano uno”, spiega ancora Richeldi. Ecco la composizione del saturimetro: una comoda sonda “a pinza” da applicare per gli adulti sull’ultima falange di un dito qualsiasi della mano, oppure sul lobo dell’orecchio. Mentre per quanto riguarda neonati e bimbi molto piccoli sul piede. Oltre alla sonda, il saturimetro è dotato di un monitor. (Continua dopo le foto)


I valori dell’ossigeno nel sangue si misurano in percentuali. I valori nella norma di O2 sono sopra il 96%. Tra il 95 e il 93% sono sono sintomo di probabili problemi di ossigenazione e cioè una parziale assenza dell’ossigeno. Tra il 92 e il 90% indicano ossigenazione insufficiente ed è consigliabile sottoporsi a emogasanalisi. Al di sotto del 90% sono valori non fisiologici e segnalano una severa deficienza di ossigeno (ipossia), per cui risulta fondamentale sottoporsi a una emogasanalisi. Un valore di 100, in assenza di somministrazione artificiale di ossigeno, può essere invece sintomo di iperventilazione, ad esempio per un attacco di panico. (Fonte Il Corriere della Sera).