Una novità incredibile e un passo avanti verso la prevenzione e la cura di malattia cardiache. Una patologia che affligge milioni di persone e capace di restare per molti anni silente prima di esplodere senza lasciare scampo. A riportare la notizia è Businness Italian Insider che scrive: “Secondo uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Nature Biomedical Engineering, un algoritmo AI creato da Google AI e Verily Life Sciences (una sussidiaria di Alphabet che è stata scorporata da Google) può predire se un paziente rischi di soffrire di un grave problema cardiovascolare come un attacco di cuore o un ictus entro cinque anni, sulla base di una foto della loro retina”. Poi riprende: “Finora, le previsioni fatte dall’algoritmo funzionano come i metodi attualmente più diffusi in materia che sono più invasivi, secondo lo studio. Il fatto che la malattia possa essere scoperta attraverso la retina non è una sorpresa. I medici spesso riscontrano patologie mediche come diabete, ipertensione, colesterolo alto e alcuni tipi di cancro durante le visite oculistiche”. (Continua dopo la foto)
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E ancora: “Per simulare questa abilità, i ricercatori di Verily e Google hanno sviluppato un software d’Intelligenza Artificiale (IA) per poter identificare i rischi cardiovascolari facendo analizzare al sistema le fotografie della retina e i dati sulla salute di 284.335 pazienti. In particolare, hanno esaminato le immagini del fondo della retina – foto che mostrano i vasi sanguigni dell’occhio”.Questa, scrive il Corriere della Sera, è solamente l’ultima occasione in cui Google si è dedicata a ricerche in ambito clinico. Da anni l’azienda è al lavoro su un algoritmo basato sul machine learning che sia in grado di individuare in maniera più precisa dell’uomo i segnali della retinopatia diabetica, una delle principali cause di cecità nel mondo. (Continua dopo le foto)
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Nel 2014 Google ha poi acquistato DeepMind, azienda londinese attiva nel campo dell’intelligenza artificiale che aveva condotto ricerche su come riconoscere rapidamente il glaucoma e altre malattie oculari. Ma come hanno ricordato nella presentazione del loro lavoro, in questo nuovo studio gli scienziati hanno anche utilizzato delle tecniche in grado di evidenziare quali sono le zone delle scansioni oculari maggiormente interessanti per la corretta valutazione dell’algoritmo. Anche Apple è attiva sul campo degli studi clinici: tra le novità che circolano ormai da mesi c’è quella di voler trasformare l’Apple Watch da semplice “personal trainer” a un dispositivo in grado di misurare il livello di glucosio nel sangue, informazione indispensabile per i pazienti con diabete.