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Tumore ai polmoni, il killer silenzioso che abbiamo in casa è il radon

Ti uccide in modo silenzioso. Ma ti uccide. Ma prima ti fa ammalare di cancro ai polmoni. Di che cosa stiamo parlando? Di un gas naturale incolore, inodore e insapore che è stato scoperto essere la seconda causa di tumore al polmone dopo le sigarette. Il gas in questione è il radon, un gas letale per via della sua radioattività.

Secondo il CNR, cioè il Consiglio Nazionale delle Ricerche, provoca tra i 3.500 e i 5.000 dei 35.000 morti ogni anno in Italia per tumore ai polmoni. In pratica il 10%. “Il problema è da ascrivere al campo dei rischi geologici – si legge in un documento della commissione ambiente del Consiglio nazionale dei geologi – poiché la geologia locale, l’interazione tra edificio e sito e l’uso di particolari materiali da costruzione naturali sono gli elementi più rilevanti per valutare l’influenza del radon sulla qualità dell’aria interna alle abitazioni e agli edifici”. Continua a leggere dopo la foto


“Il radon – ha dichiarato Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale – è un gas radioattivo che si lega al particolato presente negli ambienti indoor e grazie a questo si deposita a livello dei bronchi, bronchioli e alveoli polmonari. Se inalato inizia a decadere rilasciando radiazioni che possono interagire con il Dna cellulare, dando il via al tumore. Nel caso di esposizione al gas radon, il tumore al polmone ha un’incidenza, in Italia, del 10% di tutti i tumori polmonari, con circa 3.200 casi all’anno”. Continua a leggere dopo la foto

In pratica una roba assolutamente allucinante. Quel che è stato detto durante il convegno “Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono”, organizzato dal Consiglio nazionale dei geologi al Cnr di Roma, fa venire la pelle d’oca. La cosa tremenda? Il radon si diffonde dal terreno. Il che significa che ci sono persone che vivono circondate da gas radioattivo e lo studio del CNR costituisce la base per una mappatura del territorio che permetta individuare le zone più a rischio del territorio nazionale. Continua a leggere dopo la foto

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E allora che si fa? “Il problema dell’inquinamento indoor da radon nel nostro Paese è stato gestito da due figure professionali: i medici per l’aspetto sanitario, epidemiologico, e i fisici per l’aspetto tecnico legato alle operazioni di misura. “La geologia, scienza che studia la natura del sottosuolo, può contribuire in maniera fondamentale nella riduzione dei rischi causati da tale gas. Uno studio geologico, condotto a livello territoriale basato sulla distribuzione litologica e stratigrafica dei terreni, permette di definire le aree a maggiore concentrazione di radon” ha fatto sapere Vincenzo Giovine, Vice Presidente e Coordinatore della Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

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