La vecchiaia non è altro che una conseguenza della percezione diversa dell’età anagrafica che ognuno ha di se stesso. Sentirsi più giovani è un buon indizio del nostro stato di salute e ci stimola ad adottare comportamenti che lo favoriscano. Lo sostiene uno studio condotto dal prestigioso University College di Londra, che è giunto a questa conclusione dopo aver documentato un forte legame tra l’età percepita e la mortalità per certe malattie, come quelle cardiovascolari. (Continua a leggere dopo la foto…)

I ricercatori hanno posto la domanda “Quanto ti senti vecchio?” a 6.489 partecipanti all’English Longitudinal Study of Ageing, e hanno confrontato le risposte con il loro tasso di mortalità per cancro e malattie cardiovascolari, monitorato negli otto anni successivi. A morire di meno sono stati esattamente coloro che, al momento del questionario, si sentivano addosso tre anni in meno rispetto a quelli che avevano realmente, al contrario di chi invece percepiva esattamente il proprio numero di anni o anche di più. Il 25,6% dei partecipanti ha dichiarato di sentirsi la propria età, il 4,8% di considerarsi più vecchio e il 69,6% più giovane di tre o più anni. Complessivamente, l’età media dei soggetti era di 65,8 anni, l’età media percepita era invece di 56,8 anni. Il follow up, terminato nel 2013, ha documentato che il tasso di mortalità nei primi due gruppi era, rispettivamente, del 18% e del 24,6%; mentre è risultato inferiore (14%) in coloro i quali si sentivano più giovani era inferiore. «L’età percepita riflette la salute, le limitazioni fisiche e il benessere in età avanzata» si legge nella research letter firmata da Andrew Steptoe e Isla Rippon Dipartimento di epidemiologia e salute pubblica dell’UCL sulla rivista JAMA Internal Medicine. «Gli anziani in genere si sentono più giovani della propria età anagrafica, come dimostra anche il nostro campione. (Continua a leggere dopo la foto…)
Noi abbiamo visto che chi si sente più giovane ha una mortalità ridotta». Il collegamento tra anni percepiti e mortalità è stato osservato per le malattie cardiovascolari, ma non per quelle oncologiche. Lo stress, i problemi di salute, la depressione, i fattori sociodemografici, l’isolamento sociale, i cambiamenti del proprio ruolo sia nella vita privata e in quella professionale, sono fattori che determinano la percezione della nostra età . Una maggiore resistenza, un maggior senso di padronanza e di controllo sulla propria vita e una maggior voglia di vivere, sono segnali che determinano un generale tasso di mortalità inferiore sulla vita media di un uomo., osservati in chi si sente più giovane, possano esserci così come un’attitudine verso l’invecchiamento che favorisce l’adozione di specifici comportamenti benefici per la salute. Nonostante ci sia la necessità di ulteriori studi per capire a fondo le ragioni del fenomeno, vale certamente la pena di provare a modificare la nostra età percepita per sperimentare tutti i vantaggi del sentirsi giovani.