La Psoriasi potrebbe presto diventare un ‘vecchio’ ricordo: è arrivato anche in Italia un farmaco capace di fare da interruttore per evitare bruciori e infiammazioni. La psoriasi, come noto, è una malattia infiammatoria cronica della pelle, non infettiva né contagiosa, solitamente di carattere cronico e recidivante: nella sua patogenesi intervengono fattori autoimmunitari, genetici e ambientali. La psoriasi è una patologia di comune riscontro, senza particolari correlazioni con sesso od età; sembra tuttavia essere correlata ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, tra cui l’ictus e l’infarto del miocardio, e trattare l’iperlipidemia dei pazienti (gli alti livelli di lipidi nel sangue) può portare a un miglioramento. Si riconoscono più forme di psoriasi: la psoriasi pustolosa e forme non pustolose tra cui la psoriasi a placche (circa l’80% delle forme di psoriasi), guttata, inversa ed eritrodermica.
Anche se il disturbo può comparire in qualsiasi zona del corpo, in genere si localizza in corrispondenza di gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e parte lombare della schiena, oltre che ai palmi delle mani, alle piante dei piedi ed in regione genitale. La malattia si presenta più frequentemente, ma non esclusivamente, sulle superfici estensorie degli arti. (Continua a leggere dopo la foto)
E in Italia, secondo gli ultimi dati, sono circa tre milioni gli italiani che soffrono di psoriasi, una malattia infiammatoria cronica della pelle dalla quale non si guarisce. Esistono diverse forme più o meno gravi. Ora. però, in Italia è disponibile un nuovo farmaco per il trattamento della patologia nella forma ‘da moderata a grave’, con un’azione più rapida all’inizio della terapia, oltre che più consistente e duratura rispetto agli altri farmaci finora attivi. Si tratta del guselkumab: è un trattamento biologico inibitore dell’Interleukina 23 (IL-23), una specie di ‘interruttore generale dell’infiammazione’. (Continua a leggere dopo la foto)
A fare il punto della situazione su questo nuovo farmaco è Antonio Costanzo, responsabile della Dermatologia all’Istituto Humanitas di Milano, che a Repubblica spiega: “L’IL-23 è una proteina del sistema immunitario, stimolatrice della produzione di altre interleukine”, come la IL-17, responsabile più diretta delle placche psorisiache. Guselkumab quindi, inibendo IL-23, inibisce a cascata altri regolatori dell’infiammazione. Questo farmaco ha davvero effetti benefici? Dopo 2 mesi di trattamento è stato dimostrato un miglioramento pari o maggiore del 90% nel 40% dei pazienti; dopo 4 mesi la stessa percentuale di miglioramento ha raggiunto il 73,3% dei pazienti. Miglioramento che viene misurato con l’indice Pasi che combina l’estensione delle lesioni (in base alla percentuale di superficie corporea interessata) e la loro gravità con altri segni clinici. “Queste elevate percentuali di risposta clinica – sottolinea Costanzo – si sono mantenute anche dopo tre anni nell’82,8% dei pazienti. Ma si è visto che, anche interrompendo la cura, la sua efficacia si mantiene a lungo: la psoriasi torna, ma molto lentamente”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il farmaco che fa da interruttore alla psoriasi è somministrato con iniezione sottocute all’inizio della cura, una seconda iniezione dopo 4 settimane e poi con una iniezione ogni due mesi come terapia di mantenimento. La sperimentazione, durata due anni, è stata condotta presso la struttura termale, in collaborazione con l’Unità Operativa di Dermatologia e l’Unità Operativa di Biostatistica dell’Azienda USL della Romagna, e l’autorizzazione del Comitato Etico USL della Romagna.
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