Il prurito alla vulva è una cosa molto fastidiosa e che mette a disagio una donna. Il problema, però, va affrontato alla radice. Le cause possono essere locali o generali ma, per intervenire nel modo giusto, bisogna da cosa sia provocato il prurito. Tra le cause del prurito alla vulva c’è il Lichen sclerosus. Le donne affette da questa malattia a volte aspettano anni per avere la diagnosi. Malattia dermatologica per eccellenza, non abbastanza conosciuta dai ginecologi, viene spesso curata come una candidosi recidivante. Come si riconosce? Il sintomo fondamentale è, appunto, un intenso prurito. Se non trattata correttamente provoca una stenosi dell’ostio vaginale, placche bianche sulla vulva, sparizione dei genitali esterni e difficoltà ad avere rapporti sessuali. Di solito viene curata con il cortisone. Visto che il rischio di recidive è alto, è bene farso controllare di tanto in tanto. Tra l’altro, aumenta il rischio di sviluppare nel tempo (10 anni) un tumore della vulva. Nel dubbio, meglio fare una biopsia. Continua a leggere dopo la foto
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Altra causa del prurito è il lichen planus, cioè una dermatosi infiammatoria mucocutanea di origine autoimmune a decorso cronico. Si riconosce perché, oltre al prurito, si presenta con lesioni cutanee a carico di polsi, avambracci, gomiti, fianchi. Si tratta di papule lilla o rossastre che hanno un contorno netto. Altro sintomo è il dolore durante il sesso e sanguinamento dopo i rapporti. Anche qui l’uso del cortisone può risolvere il quadro. Non è tutto. Continua a leggere dopo la foto
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Il prurito alla vulva può anche essere provocato da dermatite da contatto. Per esempio se si è allergici o sensibili a qualche prodotto per l’igiene intima, ad esempio. Tra le cause del prurito, come è noto, c’è anche la candida albicans provocata da antibiotici, l’uso prolungato d assorbenti, indumenti sintetici troppo stretti. Cosa fare? Usare biancheria intima di cotone bianco, non usare indumenti stretti, usare solo assorbenti in cotone, detergenti intimi a pH neutro. Continua a leggere dopo la foto
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Nei momenti acuti, meglio asciugarsi la vagina con il phon dopo il bidet ed evitare l’asciugamano. Sarà il medico a suggerire la giusta pomata che andrà applicata in piccole quantità con i polpastrelli. È anche molto utile l’uso di creme emollienti e idratanti, perché il cortisonico tende a seccare la pelle, e quindi queste terapie possono essere complesse, lunghe, e richiedono una certa esperienza da parte del medico che le effettua.
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