Bere succo di barbabietola per regolare la pressione sanguigna. Questo il consiglio che arriva dalla The Barts and The London Medical School dove, stando ai dati di una loro recente ricerca, il liquido derivato da questo ortaggio ridurrebbe i possibili effetti negativi connessioni all’ipertensione. La barbabietola, infatti, è un alimento ricco di sali minerali, vitamine, antiossidanti e flavonoidi. Sia il tubero che il suo dolce succo sono indicati per chi è affetto da anemia e si è dimostrato particolarmente utile nel contrastare i tumori, in particolare quello al colon Aiuta ad abbassare la pressione in quanto è ricco di sostanze chiamate nitrati, che attraverso una reazione chimica vengono trasformate in monossido di azoto, che migliora la circolazione del sangue e aiuta ad abbassare la pressione.
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Alcuni studi hanno rilevato che bere una o due tazze di succo di barbabietola ogni giorno abbassa la pressione negli adulti. Inoltre questo succo aiuta a migliorare naturalmente le prestazioni degli atleti: “Un altra importante ricerca deve essere citata quando parliamo del succo di barbabietola, ovvero quella dell’istituto di St. Louis, che pubblicò sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, i risultati del consumo di barbabietola su diversi atleti, corridori che percorsero ben 5 km paragonando il consumo di mirtilli e di barbabietole (in diversi soggetti) ottenendo risultati sorprendenti infatti non solo i precedenti dati emersi da simili studi vennero confermati ma anche le prestazioni migliori: maggiore velocità sostenuta dall’intero campionamento di atleti e media migliore sulla distanza percorsa dal singolo, furono ottenuti entrambi dagli atleti che consumarono barbabietole, perché più ricco di nitrati rispetto al mirtillo“. È importante sapere che il “consumo della barbabietola potrebbe essere controindicato a coloro che soffrono di calcoli renali, per via del suo contenuto di ossalati, oltre che in caso di gastrite – in quanto la barbabietola stimola la produzione di succhi gastrici – e di diabete, per via del contenuto di zuccheri da non sottovalutare presente nel tubero cotto“.