Il colloquio con il medico è il primo passo verso una diagnosi precisa. Non bisogna avere vergogna di parlare con il medico, perché è la persona che vi può veramente aiutare. Il colloquio si svolge soprattutto attraverso domande che il medico pone per definire il tipo ed il grado di incontinenza. Successivamente all’esame obiettivo, il medico potrà quindi richiedere di effettuare esami urodinamici ed esami complementari.
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Per la terapia, buone notizie: l‘incontinenza urinaria può essere oggi trattata con successo, spesso attraverso la combinazione di più approcci.
1- Terapia chirurgica: lo scopo è ripristinare un supporto per la vescica e l’uretra. Può essere tradizionale (per via addominale) o adottare tecniche mini-invasive che cercano di limitare l’apporto traumatico dell’intervento agendo con l’ausilio di strumenti tecnologicamente avanzati come le sonde ed introducendo materiali di sostegno biocompatibili.
2- Terapia farmacologica: tratta efficacemente l’incontinenza nei casi in cui l’indebolimento è dovuto principalmente alla carenza ormonale causata dalla menopausa. I farmaci utilizzati sono ormoni, antispasmodici e parasimpaticolitici.
3- Rieducazione pelvica: la terapia fisioriabilitativa ha lo scopo di rinforzare la muscolatura pelvica attraverso esercizi fisici specifici o con l’utilizzo di apparecchiature elettriche per la stimolazione passiva. Il ruolo di questa rieducazione è soprattutto preventivo, ma il progresso delle apparecchiature tecnologiche e quello dell’urodinamica hanno fatto sì che la rieducazione pelvica in certi casi possa presentarsi anche come terapia curativa ausiliare.