Sarebbe dovuto essere un centro d’avanguardia per la prevenzione e la cura delle patologie cardiovascolari, ma non è mai entrato in funzione. La struttura è completa e pronta all’uso dal 2011. Il “Centro Cuore” dell’ospedale Bianchi-Melacrino-Morelli è dotato di attrezzatura specializzata, due sale operatorie, 10 posti letto per la degenza e 10 per la terapia intensiva. La Guardia di Finanza ha ricostruito tutta la vicenda burocratica. Per la realizzazione del «Centro Cuore» dell’ospedale Bianchi-Melacrino-Morelli, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria del Comando provinciale reggino hanno segnalato alla Corte dei conti 6 funzionari pubblici per un presunto danno erariale di circa 40 milioni di euro.
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L’Azienda ospedaliera lanciò la gara d’appalto nel 2006, tra le tre Associazioni temporanee nel 2007 era stata scelta l’Ati “Siemens Medical Solutions Spa”, con un’offerta di 13 milioni di euro. Poi una delle Ati concorrenti aveva fatto ricorso al Tar per l’annullamento dell’aggiudicazione, il quale venne accolto. Dopodiché l’Ati vincitrice ha utilizzato a sua volta il ricorso che però è stato rifiutato. I lavori sono stati assegnati definitvamente alla “GE Medical System Spa – Edilminniti. L’appalto prevedeva 18 milioni di euro, per strutture e attrezzature. Il “Centro Cuore” è stato ultimato nel dicembre 2011, ma non è entrato mai in funzione. Le ragioni, secondo la Guardia di finanza, «sono da ricercarsi anche nell’impossibilità – scaturita dal Piano di Rientro dal disavanzo della spesa sanitaria – di assumere personale medico e paramedico specializzato»
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