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“Non tumore ai polmoni, ma sarcoma”. Cos’è la malattia che ha ucciso Sergio Marchionne

 

Se n’è andato a 66 anni Sergio Marchionne, ex amministratore delegato di Fca, scomparso mercoledì 25 luglio. Un lutto che ha colpito molto in queste ore gli italiani e sollevato diversi interrogativi sulle cause della morte del manager, che era ricoverato da circa un mese nella clinica Universitätsspital di Zurigo, in Svizzera. Soltanto adesso è venuta alla luce la verità: l’imprenditore si era sottoposto a un intervento chirurgico alla spalla, nel corso del quale sarebbe stato colpito da embolia cerebrale, per poi precipitare in coma profondo. È quanto riporta, in un articolo esclusivo a cura di Paolo Madron, Lettera43.it che scrive anche che al manager era stato diagnosticato un sarcoma alla spalla. Marchionne soffriva di forti dolori e per questo assumeva cortisone. Entrando nel dettaglio, il sarcoma è un tumore maligno che prende origine dai tessuti molli e dall’apparato osteoarticolare. (Continua a leggere dopo la foto)


Nella sua forma più tipica, il sarcoma ha un accrescimento rapido e infiltrante, dando metastasi per via ematica, più frequentemente nel polmone, nel fegato e nelle ossa. I sarcomi non derivano da tumori benigni ma nascono come tali. Si tratta di tumori rari, che colpiscono negli Stati Uniti 15mila persone ogni anno. Come riporta il sito dell’Airc, negli adulti i sarcomi dei tessuti molli colpiscono 2 persone ogni 100mila. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi supera il 90 per cento dei casi se la diagnosi è tempestiva, mentre non supera il 15 per cento dei casi nelle forme che hanno già dato metastasi. (Continua a leggere dopo la foto)

I sarcomi possono colpire persone di tutte le età, ma quelli dei tessuti molli generalmente si formano dopo i 50 anni, mentre per quanto riguarda i sarcomi ossei, questi ultimi hanno una più alta probabilità di insorgere anche prima dei 35 anni. Non è possibile prevenire la formazione dei sarcomi, anche se si può fare una diagnosi genetica delle sindromi ereditarie che predispongono alla malattia, se in famiglia c’è già stata una persona colpita. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sempre stando a quanto riporta Lettera43.it, al manager erano stati indicati chiaramente i rischi dell’operazione, considerata ad alto rischio, e la situazione era resa ancor più complicata dal suo problema alla tiroide, a causa del quale Marchionne assumeva dei farmaci ogni giorno. In seguito all’operazione che ha provocato l’embolia, il team di medici ha tentato di rianimarlo ma la situazione è peggiorata considerevolmente.

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