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Morbillo, cinque casi in Italia: un picco anomalo. La valutazione degli esperti

Ancora casi di morbillo in Italia. Dal 1 gennaio al 31 agosto 2018 sono stati segnalati in Italia 2.248 casi di morbillo (di cui 126 nel mese di luglio e 66 nel mese di agosto 2018). La Regione Sicilia ha riportato l’incidenza più elevata (333 casi per milione di abitanti). Due decessi sono stati segnalati dalla Regione Sicilia, portando ad un totale di 10 dall’ inizio del 2017 (6 decessi nel 2018 e 4 nel 2017). Il 91,1% dei casi era non vaccinato al momento del contagio, il 5,5% aveva effettuato una sola dose. Il 48,9% dei casi ha sviluppato almeno una complicanza; il 59,4% dei casi totali è stato ricoverato. Sono stati segnalati 98 casi tra operatori sanitari, di cui 52 con complicanze (53,1%). E adesso, nelle ultime settimane, diversi casi di morbillo si stanno registrando a Trieste. (Continua a leggere dopo la foto)



Nella serata di  venerdì 12 ottobre e la mattina di lunedì 15 giungevano alla SC Igiene e Sanità Pubblica di ASUITS due segnalazioni di sospetto morbillo. Le indagini immediatamente avviate hanno permesso di appurare che si trattava di due soggetti che frequentavano le strutture di degenza dell’Ospedale Maggiore. Uno di questi pazienti è stato accolto il 12 ottobre presso la struttura di Malattie Infettive per polmonite severa da morbillo. Entrambi i casi sono stati accertati dal laboratorio regionale di riferimento. (Continua a leggere dopo la foto)


Come riporta un comunicato della SC Igiene e Sanità Pubblica di ASUITS lunedì 15 ottobre nel pomeriggio, analisi svolte su campioni biologici di due pazienti gravemente immunodepressi con polmonite hanno accertato il morbillo. Si tratta di soggetti nei quali la clinica non faceva sospettare la malattia non avendo presentato esantema o rash cutaneo. Martedì, inoltre, è giunta la segnalazione, dalla Slovenia, di un ulteriore caso, accertato laboratoristicamente, a carico di un’infermiera operante in un reparto dove i due pazienti erano transitati. La Direzione Aziendale, insieme con la Direzione Medica di Presidio, la SC Malattie Infettive e la SC Igiene e Sanità Pubblica ha provveduto a mettere subito in opera tutte le misure atte a contenere la possibilità della diffusione della malattia. A livello ospedaliero si sta controllando lo stato immunitario nei confronti del morbillo nei pazienti e nel personale dei reparti coinvolti, e parallelamente si stanno contattando i familiari del caso accertato e di quello sospetto per i controlli ed i provvedimenti del caso. (Continua a leggere dopo la foto)


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“Al momento – ha affermato il direttore del dipartimento di infettivologia dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste (Asuits), Roberto Luzzati – non possiamo parlare di epidemia, ma dobbiamo parlare di focolaio di morbillo”. “Era abbastanza prevedibile che prima o poi vi fosse un focolaio perché il tasso di vaccinazione è molto basso – ha concluso il direttore del dipartimento di Igiene e sanità pubblica, Riccardo Tominz – solamente la fascia 1-17 anni è risalita al 90%”.

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