Con gli ultimi giorni di agosto tornano anche raffreddori e disturbi gastrointestinali da fine stagione. “È un classico: le temperature di questo periodo di transizione facilitano il lavoro dei virus, assai attivi in questo momento. Possiamo stimare, con una certa approssimazione, tra i 60 e gli 80 mila casi, con disturbi di diverse entità”, spiega all’AdnKronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo all’università degli Studi di Milano. Niente di grave: fastidiosi malesseri che “possono essere attenuati con un’automedicazione responsabile, con farmaci che riducono i sintomi, ma senza azzerarli del tutto, in modo da poter seguire l’andamento naturale della malattia”, spiega il medico sottolineando che, comunque, “bisogna sempre avere una particolare attenzione nelle persone fragili, per evitare sovrainfezioni batteriche che potrebbero creare preoccupazioni”. “Anche lo stress è un fattore che favorisce le malattie virali”, precisa Pregliasco. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ad essere più a rischio malanno sono quindi “le persone appena rientrate che soffrono particolarmente di ‘sindrome da rientro’, quelle che non sono ancora andate in vacanza o che vivono situazioni particolarmente stressanti”. A causare le forme influenzali estivi sarebbero gli erino virus, che verrebbero facilitati proprio dagli sbalzi di temperatura, siano essi climatici o provocati dall’impiego di condizionatori spesso regolati ad un livello di temperatura eccessivamente basso. (Continua a leggere dopo la foto)
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Queste temperature non aiutano certo l’organismo a tollerare il passaggio da ambienti interni fin troppo rinfrescati dalla presenza dell’aria condizionata ad ambienti esterni nei quali risulta impossibile contrastare le elevate temperature estive. A parere del virologo Fabrizio Pregliasco, il rapido passaggio dal caldo al freddo, o viceversa, non gioverebbe per nulla al nostro organismo e sarebbe anzi particolarmente dannoso. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il danno sarebbe a carico dei bronchi, che diverrebbero maggiormente esposti al rischio di sviluppare forme influenzali anche gravi, come la polmonite. Le forme influenzali più forti potrebbero interessare in maniera più specifica i bambini, dal sistema immunitario più debole, e gli anziani, i cui bronchi sarebbero maggiormente provati a causa dell’età.
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