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“Mi è venuto il cancro”. Lo ha usato per 30 anni, senza sapere. Ogni giorno si lava con il suo bagnoschiuma preferito, ma non poteva immaginare a cosa stava andando incontro. Il noto brand è alle strette e quello che venendo fuori è gravissimo

 

Negli Stati Uniti il caso è letteralmente esploso e il fatto che tutto ciò accada dall’altra parte dell’oceano non deve farci pensare che la cosa non ci riguardi. Infatti proseguono senza sosta le cause intentate da malati di tumore che collegano la loro condizione patologia all’uso prolungato di borotalco. Dopo che una giuria di Los Angeles ha condannato la Johnson&Johnson a pagare 417 milioni di dollari a una donna che ha usato per anni il loro talco e ora è malata di cancro alle ovaie, ora c’è un nuovo maxi rimborso a carico della rinomata marca di talco. Questa volta un tribunale del New Jersey ha riconosciuto a una coppia 37 milioni di dollari di risarcimento danni: lui si è ammalato di tumore dopo aver usato la polvere profumata per più di 30 anni. Ebbene, la corte di Middlesex County ha stabilito un risarcimento da 30 milioni di dollari a Stephen Lanzo, più 7 milioni alla moglie. Una serie di cause simili sono all’esame di numerosi tribunali nel Paese, e una sarà discussa a maggio nel South Carolina, riferisce la Cnn. Ma nonostante questi siano i prodromi, l’esito non è sempre scontato. (continua dopo la foto)



Infatti nel novembre scorso una giuria californiana si è pronunciata a favore di J&J proprio in un procedimento correlato all’amianto. Il processo Lanzo è il primo in New Jersey, Stato che ospita il quartier generale della J&J. L’azienda, insieme ad altre società specializzate nella produzione di talco, si trova a fronteggiare negli States migliaia di cause separate che insistono su un legame tra l’uso di talco sui genitali e il tumore alle ovaie. Lanzo ha sostenuto davanti alla corte di aver usato prodotti della Johnson&Johnson come ‘Shower to Shower’ e ‘Baby Powder’ per decenni, e che proprio l’inalazione della polvere di talco avrebbe causato il suo mesotelioma. Dal canto suo l’azienda ha sottolineato che i propri prodotti a base di talco non contengono amianto, elemento divenuto un requisito legale indispensabile dagli anni Settanta nel Paese. (continua dopo le foto)


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Nella causa intentata da Lanzo, la giuria ha diviso la responsabilità tra J&J (70%) e Imerys Talc (fornitore del minerale, 30%). La coppia Lanzo aveva accusato la compagnia di aver nascosto ai consumatori informazioni sui rischi legati all’amianto nei suoi prodotti a base di talco fin dagli anni Sessanta. J&J ha assicurato di aver condotto test a tappeto per avere la certezza che i suoi prodotti non fossero contaminati. La corte, però, si è pronunciata a favore della coppia e inizierà la seconda fase del processo la prossima settimana, per considerare ulteriori misure. «Siamo delusi da questa decisione», ha detto Carol Goodrich, portavoce di J&J, rinviando ulteriori commenti al termine della vicenda.

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