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Farmaci per il raffreddore, l’allarme ufficiale: “Rischio infarto e ictus”. Di quali medicinali si parla

  • Salute
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Allarme per i farmaci contro il raffreddore, possono provocare ictus e infarti. L’agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (Ansm) ha lanciato in queste ore un allarme sui possibili effetti collaterali di alcuni farmaci venduti senza prescrizione. Si tratta di casi rari, ma molto gravi, in cui i medicinali in questione, usati per curare il raffreddore, possono provocare infarto miocardico e ictus.

In particolare sotto accusa ci sono finiti i farmaci vasocostrittori a base di pseudoefedrina e a somministrazione orale. In Francia i nomi più noti sono Actifed, Dolirhume, Nurofen Rhume, Humex o Rhinadvil. Sono molto utilizzati, basti pensare che solo oltralpe ne sono stati venduti tre milioni di scatole. La nota dell’agenzia recita: “Non utilizzare forme orali di farmaci vasocostrittori per alleviare i sintomi del raffreddore, nasofaringite benigna di origine virale“.

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Le raccomandazioni dell’agenzia e il parere dell’esperto

Si tratta di rischio basso, ma molto grave per cui l’agenzia ha sconsigliato l’utilizzo di tali farmaci contro il raffreddore: “Il rischio è molto basso ma questi eventi possono verificarsi indipendentemente dalla dose e dalla durata del trattamento. Nonostante le conseguenze legate a questi farmaci siano rari, l’agenzia francese ritiene comunque che il rischio sia troppo elevato per un semplice naso chiuso. La gravità di questi incidenti e la persistenza dei casi – nonostante le azioni già messe in atto – unite alla natura non essenziale dei vasocostrittori, inducono l’Ansm a sconsigliarne l’uso”.

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Il Fatto Quotidiano ha chiesto un parere al professor Antonio Rebuzzi, docente di Cardiologia all’Università Cattolica di Roma: “I farmaci utilizzati per curare i raffreddori sono nella maggioranza vasocostrittori. Non è quindi pensabile che un farmaco, assunto sia per via orale o spray, abbia effetto solo sulla mucosa nasale. Sappiamo già da tempo che questi farmaci provocano in ogni caso un aumento della pressione e, in chi è coronaropatico, causare forme di angina”. Il dottore sconsiglia quindi l’uso di questi farmaci ai pazienti cardiopatici.

Mentre si valuta l’ipotesi del divieto di tali farmaci – i risultati dell’analisi del Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza arriveranno a fine 2023 – l’agenzia che rappresenta le aziende farmaceutiche francesi, NèreS, fa sapere: “Come promemoria, negli ultimi 16 anni sono stati segnalati 18 casi di PRES (sindromi da encefalopatia posteriore reversibile) e RCVS (sindromi da vasocostrizione cerebrale reversibile) in seguito alla somministrazione di un prodotto contenente pseudoefedrina in tutta Europa, per un totale di 1,16 miliardi di confezioni dispensate. Il rapporto rischi/benefici di questi farmaci è ancora favorevole”.

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