Dopo le notizie promettenti, arrivate la settimana scorsa dagli Usa, della guarigione da Ebola del medico e della missionaria trattati con il siero sperimentale americano Zmapp, è arrivata ieri invece quella della morte del medico liberiano curato con lo stesso cocktail di farmaci. Il dottor Abraham Borbor, dopo aver mostrato segni di miglioramento, alla fine è morto la notte scorsa. “A oggi oltre 240 operatori sanitari sono stati contagiati in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone, e più di 120 sono morti”. Uno su due. A lanciare l’allarme su una strage “senza precedenti” è l’Organizzazione mondiale della sanità che ricorda i medici, gli infermieri e gli altri operatori infettati dal virus come veri e propri “eroi “. Angeli che hanno sacrificato la vita sul campo di battaglia contro l’Ebola. Questo bollettino “di guerra” che si allunga ogni giorno “ha reso difficile per l’Oms garantire il supporto di un numero sufficiente di personale sanitario straniero”, avverte l’agenzia delle Nazioni Unite per la sanità. Perciò “l’Unione africana ha lanciato un’iniziativa urgente per reclutare nuovi operatori sanitari tra i Paesi membri”. Il problema più grave è che di fronte a questa moria dilaga il panico. “Il fatto che tanti operatori sanitari si siano ammalati aumenta ansia e paure: se anche medici e infermieri sono stati colpiti dal virus, che chance ha la popolazione generale?”.
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