Nessuno lo dimenticherà mai per la divertentissima interpretazione di Marty McFly, protagonista della trilogia di Ritorno al futuro: un ragazzo spensierato che viaggiava nel tempo in cerca di avventura in compagnia di uno scienziato. Nel 1991, a soli trent’anni, gli fu diagnosticata una grave forma di malattia Parkinson giovanile, notizia che avrebbe reso pubblica solo sette anni più tardi. Questo fatto inaspettato lo obbligò a ritirarsi quasi del tutto dalle scene dal 2000, ma gli consentì anche di lottare in prima fila per la ricerca sulle cellule staminali nella speranza che un giorno possano aiutare chi soffre della malattia di Parkinson o di altri disturbi debilitanti; a questo scopo ha creato la Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research che ha donato a un team universitario di Cagliari 121 mila dollari per un progetto di un anno.
Il team appartiene al Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Universita’ di Cagliari, guidati da Manolo Carta e Paola Devoto.
Per Manolo Carta e’ il terzo riconoscimento da parte della prestigiosa fondazione in pochi anni, dopo quelli già ottenuti nel 2012 (in collaborazione con Micaela Morelli, Ordinario di Farmacologia presso il medesimo Dipartimento) e nel 2013, per i suoi studi sul ruolo del sistema serotoninergico nelle discinesie. Il progetto, della durata di un anno, riceverà 121 mila dollari e “si propone non solo di fare ulteriore luce sui meccanismi che determinano le discinesie, ma di porre anche le basi per un possibile studio clinico”. La malattia di Parkinson e’ la seconda malattia neuro degenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer e, dato l’invecchiamento della popolazione cui la società va incontro, è un problema destinato a crescere negli anni futuri.